Diletta Sereni (Curatore)

Gianluca Cannizzo (Illustratore)

L’integrale. Maschio

Iperborea, 2025, pp. 128, € 19,00

“L’Integrale è una rivista-libro di cultura gastronomica che esplora, col pretesto di quello che si mangia e si beve, storie umane e altre vicende del nostro mondo”: questo numero indaga “alcune manifestazioni del maschio nei confronti del cibo”, allargando la riflessione sul timore generalizzato di apparire meno maschio, quello che lo spinge a nascondere le sue fragilità, a negarsi la libertà delle lacrime, a meno che non abbia iniziato il suo percorso di decostruzione, che comunque per ora è una conquista di pochi.

Il numero “più complicato da fare fino a qui - scrive nell’editoriale Diletta Sereni che dirige L’Integrale - di solito scegliamo temi più freddi e sedimentati, mentre qui il materiale è bollente, scivoloso e animato da una discussione collettiva ben lontana dl placarsi”. Esistono non solo dei comportamenti e una sovrabbondanza di lessico che hanno dato e continuano a dare la declinazione maschile al mondo, ma anche delle prerogative che rimangono ancora del genere maschile e alludono alla virilità.

Secondo Laura Campiglio c’è stata una rivoluzione domestica che ha portato l’uomo in cucina, sempre intento a spiegare quello che fa, “con tutta l’intransigenza del principiante”; ma soprattutto è una connotazione maschile il cibarsi di carne - forse memoria di tempi remoti - e il rifiuto frequente di cibi leggeri ritenuti prettamente femminili: “Mangiare carne - scrive Nora Bouazzouni - significa stabilire la propria dominazione sulla natura. A lungo la carne ha rappresentato il prodotto della caccia in opposizione all’attività di raccolta, e simboleggia dunque l’azione, la forza e l’energia, caratteristiche attribuite tradizionalmente agli uomini”.

Pur ammesso che oggi sia dato anche agli uomini di bere il vino rosé senza sentirsi ridicolizzati, la ricerca di vini corposi è sempre stato un indicatore di virilità, insieme alla prerogativa tutta maschile di spiegare i vini. Incarnano il potere del maschio gli chef, secondo Teresa Belleno, non più nascosti nelle cucine dei loro ristoranti, ma ora lanciati dalle tv e dai social come delle rockstar, immagini di uomini prestanti, che talora indossano il grembiule sul petto nudo, facili all’ira, che vogliono la risposta “sì chef!” dai loro collaboratori, che esprimono la rabbia davanti a un errore perché non si possono permettere la fragilità delle lacrime: “L’opzione di reagire con le lacrime è raramente percorribile, perché da qualche parte ci hanno insegnato che gli uomini non piangono”, scrive Tommaso Melilli. Del resto quella del cuoco, “è sempre stata una figura intrecciata col potere”, basti pensare al ruolo che aveva nelle grandi casate, quando la cucina doveva dare all’ospite la misura della grandezza del padrone di casa.

Poi, visto che si parla di cibo, ecco Gadda che scrive dei suoi problemi digestivi e intestinali di quando era soldato nella prima guerra mondiale, e che continuerà a prestare attenzione al “secondo cervello”, senza dubbio affascinato dalla morfologia dell’apparato digerente, “un po’ come il Piero Angela virtuale nella serie sul corpo umano La macchina meravigliosa”.

Non mancano i riferimenti alla sessualità con chiarimenti sulla riproduzione dei fiori adoperata di solito per spiegarla ai bambini. In questo percorso tra gastronomia e virilità non manca nemmeno un sorriso tra il divertito e l’ironico, unito a una rassegnata accettazione, nei confronti di certe sicurezze del maschio in vena di conquista: sembra che oggi vada di moda proporsi come chi sa fare la migliore carbonara! “La carbonara - scrive Viola Stefanello - è una metafora di ciò che il maschio-sedicente-vero-maschio verosimilmente proporrà nella relazione: il minimo indispensabile, ma spacciato come qualcosa di meraviglioso, per cui dovrai pure ringraziare”.

In seguito alla scoperta che fanno i bambini della differenza di conformazione fisica tra uomo e donna, Freud parla di nascita della invidia del pene nelle femmine e paura di castrazione nei maschi: sarà per questa paura che il maschio ha bisogno di sottolineare la sua virilità e anche abusarne? In un momento come quello che stiamo vivendo, carico di violenza su tutti i fronti: nelle guerre interminabili e devastanti, nei rapporti di coppia, nella vita e nelle relazioni di tanti giovani, nei rapporti sociali, nelle parole, nei gesti, una riflessione sulla figura maschile è importante perché si possa davvero lavorare per una decostruzione, perché essere maschio non porti su di sé, oltre alla bellezza di genere, il rimando alla sopraffazione e al potere.

Ricco di proposte di lettura, di immagini e foto, di ricette ritenute legate alla virilità, L’integrale. Maschio non manca di rime, come questa sul Bon ton: “È inopportuno molestare / le bariste: si ordina pacatamente / si ringrazia, si occulta il più possibile / l’attrazione, si paga compostamente, / si rincasa e si spera in una leggera / compassione”.

Marisa Cecchetti