In questi anni, come sapete, vi ho spesso parlato del destino di San Siro, un argomento che mi sta molto a cuore e che mi addolora profondamente. Di conseguenza, il 12 aprile non potevo mancare all’assemblea pubblica indetta dal Comitato Si Meazza che si è tenuta al cinema “Anteo” con una grandissima affluenza di pubblico, tanto che i responsabili della struttura hanno dovuto spostare l’incontro nella Sala President, più ampia di quella inizialmente prevista. A fare gli onori di casa sono stati Claudio Trotta, che con la sua Barley Arts è uno dei maggiori organizzatori di concerti in Italia, e Luigi Corbani, presidente del Comitato, che ha iniziato il suo intervento con le affermazioni del Sindaco Sala del 24 giugno 2019, quando definì San Siro lo “stadio più iconico del mondo”. Chiedendosi come mai abbia cambiato idea, Corbani (che è stato vice sindaco di Milano e quindi possiede un’approfondita esperienza amministrativa, oltre che politica), con chiarezza e dovizia di particolari ha espresso i “25 imbrogli” per cui l’operazione di demolizione deve essere legalmente bloccata, riprendendo degli argomenti che Gianni Barbacetto, presente in sala, ha illustrato su il FattoQuotidiano.
Definendo una “bufala” la vetustà dello stadio addotta dall’Agenzia delle Entrate nella valutazione del prezzo di San Siro, visto che è stato scelto dallo stesso sindaco come sede di inaugurazione delle Olimpiadi Invernali del prossimo anno e che è stato riammodernato per i Campionati del Mondo del 1990 e per la finale di Champions del 2016, Luigi Corbani ha presentato un lungo elenco di gravi irregolarità: una capitalizzazione effettuata a metà; volumetrie errate (in quanto considerano anche spazi pubblici); aree destinate alla costruzione tre volte maggiori rispetto alla legge (sono previsti un’alta torre, l’ennesimo centro commerciale, abitazioni per 165.000 metri quadrati di costruzioni); necessità di apportare varianti al piano regolatore da parte del Comune; danni erariali (San Siro produce reddito: solo per i concerti, 12 milioni di euro l’anno); la mancanza di un concorso o di un bando pubblico.
Oltre alle questioni tecniche (che per la loro complessità mi limito a elencare), il presidente dell’Associazione Si Meazza ha fatto poi emergere le scatole cinesi che legano la demolizione e la ricostruzione dello stadio agli interessi delle società statunitensi che possiedono Inter e Milan, nell’ambito di un’operazione immobiliare e speculativa dalla dimensioni enormi. Allargando poi la questione all’etica, Corbani ha sottolineato come la politica abbia il dovere di rispettare le leggi, di preservare un bene comune come San Siro, di difendere gli interessi della collettività di fronte a quelli dei privati. Evidenziando anche che, della demolizione, il sindaco non abbia mai parlato nei suoi programmi elettorali (al contrario della riapertura dei navigli…) e di come sia stato rifiutato di sottoporre la decisione a un referendum. Tutto questo, per Corbani, offende la dignità dei cittadini, della cultura democratica della nostra città. E deve allarmare anche gli appassionati di calcio, che per assistere alle partite in uno stadio sempre più concepito come luogo per vip, si troveranno dei prezzi ancora più alti degli attuali (come all’Allianz Stadium di Torino).
L’intervento di Corbani è stato spesso interrotto dagli applausi del numeroso pubblico, molto attento e partecipe, nonché sempre più indignato. Una partecipazione che ci ha davvero colpito e che sento molto forte in città, nonostante la pesante campagna mediatica che, come è stato affermato dagli organizzatori, negli ultimi mesi ha visto tutti i principali quotidiani e organi di informazione schierati con il progetto insieme alle opposizioni in Consiglio Comunale (il che dovrebbe fare riflettere le forze di Sinistra...), e le affermazioni del sindaco Sala che ha sostenuto di avere i cittadini dalla sua parte senza mostrare alcun dato concreto a riguardo.
Dopo il presidente del Comitato sono seguiti altri brevi interventi tra cui quelli di Roberto Biscardini (che ha definito la ristrutturazione perfettamente in linea con l’innato “buon senso” milanese) e Lucia Tozzi, autrice dell’imperdibile libro L’invenzione di Milano, che ha messo in evidenza come le due società calcistiche abbiano debiti altissimi (il Milan di 300 milioni circa di euro, l’Inter addirittura 700), che verranno appianati proprio grazie a un’operazione che non ha nulla a che fare con il calcio perché ai fondi statunitensi interessa solo il profitto e non il destino dei club. Una speculazione contro i veri appassionati di calcio e contro la città intera, che il Comitato combatterà in tutte le sedi opportune.