Il giorno 5 aprile 1945 una colonna fascista delle Brigate Nere “Garibaldi”, lungo la strada statale nei pressi della frazione Sassella del Comune di Sondrio, fu intercettata dai Partigiani della 40a Brigata Garibaldi “Rinaldi” e nella sparatoria rimasero uccisi tre militi fascisti e ci furono fra loro diversi feriti.
Il generale Onori, di fronte al segretario del PFR (Partito Fascista Repubblicano) Pavolini giunto a Sondrio il giorno precedente e che lo aveva appena promosso capo di tutte le forze armate in provincia di Sondrio, ordinò un rastrellamento e la rappresaglia. L’ufficiale brigatista Martino Cazzola nel suo memoriale postumo scrisse che Onori pretese che si inviasse un distaccamento «...per dare una lezione e compiere pertanto un’operazione di pura rappresaglia, senza neppure accertare l’eventuale presenza di partigiani...».
I fascisti ritennero che i Partigiani fossero appostati non alla Sassella, in linea d’aria molto più vicina, ma nei pressi della frazione sovrastante di Triasso.
Il mattino del 6 aprile 1945 un reparto delle Brigate Nere “Garibaldi” agli ordini degli ufficiali Martino Cazzola, Giacomo De Angelis e Canova irruppe nella frazione Triasso e sotto la minaccia delle armi radunò tutti gli uomini sul piazzale antistante piazzale Polatti esigendo, pena la fucilazione, che fossero svelati i nomi dei Partigiani responsabili della sparatoria, nonché le località in cui si nascondevano.
Nessuno di loro aprì bocca anche perché non era detto che fossero a conoscenza di quanto loro richiesto. Gli ufficiali delle Brigate Nere, nonostante le donne con appresso i loro figli piccoli scongiurassero gli ufficiali di recedere dalle loro intenzioni, scelsero dal gruppo quattro uomini separandoli dagli altri. Due di loro, Melè Silvio e Melè Ferruccio, erano fratelli, figli di Melè Silvio. Gli ufficiali, nel pieno del loro livore e della loro estrema crudeltà, chiesero al padre quale dei due figli volesse risparmiare. Il padre non volle scegliere, fu Silvio il fratello maggiore, nel silenzio atterrito di tutti, a dire “Vai” Ferruccio, rivelandone la minore età e sacrificandosi per lui.
Alla presenza di tutta la popolazione spararono con i loro mitra alle tre persone selezionate.
I fascisti, non paghi del sangue innocente versato, incendiarono la frazione di Triasso e al loro rientro, inebriati dall’odio contro i valligiani, saccheggiarono e diedero alle fiamme anche la frazione della Sassella.
Elenco delle persone assassinate
1. Carlo Dell’Agostino di anni 32, arruolato volontario nella Regia Marina, a casa in permesso indeterminato;
2. Silvio Melè di anni 19, finanziere della Guardia Repubblicana di Finanza. Disertò il 22 settembre 1944 non presentandosi nella sede della Legione territoriale di Trieste dove era stato trasferito ;
3. Carlo Stangoni di anni 20, carabiniere, in permesso di licenza.
Sergio Spolini
(da Facebook, 06/04/2025)