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Alberto Figliolia. Susan Sarandon per “Breathtaking” di Fabrizio Ferri
06 Aprile 2025
 

Madre, Attivista, Attore... è scritto sullo schermo accanto al nome. Volgiamo il terzo sostantivo dal genere maschile a quello femminile e avremo Madre, Attivista, Attrice. Così nell’ordine si definisce Susan Sarandon, presente martedì 1° aprile – e non è stato il classico pesce... – a Milano, nella sala conferenze del Museo di Storia Naturale in corso Venezia per presentazione della mostra BREATHTAKING di Fabrizio Ferri.

In questa bella città, con questo bellissimo tempo...” – esordisce il Premio Oscar per Dead Man Walking, l’indimenticabile Louise del cult & road movie del 1991, dell’immaginifico bizzarro The Rocky Horror Picture Show e di innumerevoli altre pellicole depositatesi nell’immaginario collettivo. Da The Rocky Horror è trascorso mezzo secolo, ma Susan, che vanta anche origini italiane per parte materna, con i suoi 78 anni è sempre bellissima, il fascino di una donna che non è solo una formidabile attrice, ma che vive con passione e partecipazione le cose del mondo, mettendoci sempre, con la forza degli ideali, la faccia. E qui, per la mostra in questione, l’ha fatto letteralmente...

La plastica... un problema che viene dal mare (non per colpa del mare, intende ovviamente dire - Nda)... il mare e gli oceani sono l’inizio dell’umanità. Se loro se ne vanno andiamo via anche noi. Il problema delle microplastiche ci potrà travolgere. Noi abbiamo il potere di domandare un cambiamento per evitare di finire in quella bara che vedete nella mostra”.

Pacata, riflessiva, gentile e decisa è la Sarandon nella sua veste di attivista, ben lontana dallo stereotipo che si ha di una diva dello Star system. Nessun atteggiamento da red carpet. Con gli occhiali da vista e un eloquio lento e scandito, attento, senza sottrarsi; a domanda risponde, fra cui l’asserzione che... “Bisogna trovare un’alternativa al capitalismo, fare un censimento di quello che c’è da fare”.

E per quanto riguarda gli USA, per il clima che vi si è instaurato? “C’è un clima di intimidazione. Proprio per questo occorre farsi sentire. Il prezzo da pagare è molto alto, ma non bisogna farsi paralizzare dalla paura. E tanti Paesi hanno affrontato difficoltà simili (in riferimento alle questione delle microplastiche che pare attagliarsi anche alle situazioni politiche, Nda). Non possiamo permetterci il lusso di arrenderci, di mollare.

Dicevamo dunque che Susan è una che non si tira indietro nel suo impegno civile e sociale: ha manifestato a suo tempo contro la guerra in Vietnam e sempre a favore dei diritti civili, contro la pena di morte e contro la separazione forzata dei bambini da genitori clandestini, è ambasciatrice di buona volontà della FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura), e ora ha prestato il suo volto a una delle immagini-shock di Fabrizio Ferri per questa mostra d’arte e autentico impegno che si prefissa lo scopo di denunciare all’opinione pubblica il problema rappresentato dai rifiuti di plastica e dalle microplastiche che infestano le acque del pianeta.

Ho visto alcune inquietanti fotografie di un delfino e di una foca soffocati da sacchetti di plastica. Guardando queste immagini ho acquisito una nuova consapevolezza: la forza letale della contaminazione dei mari e degli oceani che causiamo con la plastica e le microplastiche non uccide solo gli oceani, stiamo uccidendo noi stessi”, esplicita in tutta chiarezza Fabrizio Ferri.

L’installazione, da lui ideata e realizzata, si compone di dodici immagini, cui si sono prestate, coi propri volti, Helena Christensen, Misty Copeland, Charlotte Gainsbourg, Gala Gonzalez, Julianne Moore, Bridget Moynahan, Carolyn Murphy, Isabella Rossellini (compare due volte), la nostra Susan, Naomi Watts, e, sul versante maschile, Willem Dafoe, già in collaborazione di recente con Marina Abramović. Dodici immagini e una bara di cristallo colma d’acqua di mare.

BREATHTAKING... ci viene preso e tolto il respiro... impossibile non rimanere profondamente scossi osservando quei visi sofferenti e perché. Per quanto bellissimi e intensissimi siano i loro tratti, per come abbiamo imparato a conoscerli, il dolore è soffocante, si trasmette all’osservatore in quella circolarità che è un loop straniante, terribile, e con quella bara luminescente nel buio, apocalittico sigillo...

Per condividere questa consapevolezza – spiega Ferri, fotografo e non solo – ho scattato una serie di drammatici ritratti di famosi talenti internazionali come se fossero asfissiati dalla plastica. […] La loro adesione al progetto è stata immediata e sentita. Ciascuna delle stampe in grande formato sarà appesa su una parete nera, trafitta da due chiodi in ferro battuto forgiati a mano (strumenti di ulteriore dolore, una sorta di crocifissione pur senza sangue, Nda). Lo spettatore sarà immerso all’interno di questa installazione, al centro della quale sarà collocata una bara di vetro trasparente riempita d’acqua”.

BREATHTAKING – si aggiunge trasporterà i visitatori nel silenzio assordante degli abissi […] Marina Abramović ha dato il suo prezioso contributo all’installazione proponendo di ricreare l’assenza di suono del silenzio degli abissi attraverso l’utilizzo di cuffie insonorizzanti”.

Fra le altre dichiarazioni ecco, a seguire, quella di Tommaso Sacchi, assessore alla Cultura del Comune di Milano: “L’arte sa mettere a fuoco le grandi domande del nostro tempo con un linguaggio che arriva dritto all’intelligenza e alle emozioni. Con BREATHTAKING Fabrizio Ferri ci pone di fronte alla drammaticità dell’inquinamento marino, costringendoci a riconoscere che ogni gesto quotidiano ha un peso sulla sopravvivenza del nostro pianeta. Milano accoglie con orgoglio questa installazione, che fonde bellezza e denuncia in un messaggio di potente impatto visivo ed etico, capace di lasciare un segno profondo nella sensibilità di chi la osserva”.

Gabriella Nobile, della Founder Nobile Agency: “Ho iniziato la mia carriera venticinque anni fa al fianco di Fabrizio Ferri, e ritrovarmi oggi a produrre questa sua installazione è un cerchio che si chiude. Fabrizio mi ha insegnato a guardare il mondo con occhi diversi, e ora, con questo progetto, ci chiede di guardare in faccia una crisi che riguarda tutti: l’inquinamento dei nostri mari. Questa mostra non è solo arte, è un messaggio potente che spero possa risvegliare consapevolezza e azione. Per me, è un onore dare vita a questa visione”.

Chiudiamo con il commento del Professor Pier Sandro Cocconcelli, Preside della Facoltà di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali dell’Ateneo del Sacro Cuore. L’Università Cattolica ha accompagnato fin dall’inizio l’iniziativa di Fabrizio Ferri valorizzando la ricerca dell’Ateneo sui temi delle plastiche e delle microplastiche secondo una prospettiva multidisciplinare che fa intersecare la dimensione ambientale del problema insieme a quella economica e a una terza che abbiamo definito antropologico-morale. L’obiettivo è andare oltre la denuncia, mirando a stimolare azioni concrete, dal livello individuale a quello di aziende e istituzioni, attraverso un approccio che unisca arte e scienza e sia catalizzatore di un cambiamento significativo nella consapevolezza e nei comportamenti”.

Davvero indovinato definire questa mostra, attraverso un impatto potente, suggestivo e non edulcorante – ma di grandissima valenza e portata estetica – un “inno al cambiamento”. Un cambiamento, che, si sappia, parte dalle azioni virtuose e consapevoli di ciascuno di noi, membri responsabili di una più vasta comunità.

BREATHTAKING sarà una mostra itinerante che si sposterà in tanti altri Paesi per denunciare, informare e trovare soluzioni sostenibili e condivise. Senza rinunciare, con l’importantissimo messaggio che veicola, alla bellezza.

 

Alberto Figliolia

 

 

BREATHTAKING. Mostra promossa da Comune di Milano-Cultura, prodotta a New York da Geraldina Polverelli Ferri e a Milano dal Museo di Storia Naturale e da Nobile Agency, in collaborazione con l’Università Cattolica del Sacro Cuore. Fino al 27 aprile. Museo di Storia Naturale, corso Venezia 55. Milano.

Info: tel. +39 02.884.63337 (dalle ore 9 alle ore 13), sito Internet museodistorianaturalemilano.it.

Orari: da martedì a domenica, 10-17:30 (ultimo ingresso 16:30). Accesso all’installazione con biglietto d’ingresso al Museo: 5 euro intero, 3 euro ridotto (esclusi 1° e 3° martedì del mese con ingresso gratuito dopo le ore 14).


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