Un’esperienza che non scorderò quella vissuta a Malta, grazie alla calorosa accoglienza ed ospitalità riservata a me e a mio marito dagli amici Poeti Maltesi. Sono entrata in contatto con l’associazione qualche anno fa tramite Therese Pace, una poetessa maltese che mi ha presentato il responsabile dei rapporti con l’estero Emmanuel Attard – Cassar e man mano ho conosciuto ed approfondito la conoscenza anche con gli altri artisti. Lo scorso anno con il Laboratorio Poetico del Circolo Culturale Morbegnese abbiamo realizzato una pubblicazione bilingue insieme, inserendo poeti italiani e maltesi. Ho già avuto modo di pubblicare sulla Bottega letteraria diversi autori di Malta tra i quali il Presidente Alfred Massa e il segretario Charles Magro e addirittura tra i maltesi c’è qualche abbonato a ‘l Gazetin. A luglio di quest’anno ho avuto anche l’onore di scrivere la prefazione della parte in italiano dell’ultima pubblicazione che a breve darà le stampe di Patrick Sammut, vice presidente dell’Associazione, poeta e insegnante di lingua maltese e italiana presso un Istituto Superiore dell’isola. È proprio Patrick che mi ha invitato come ospite d’eccezione alla serata di lettura del 21 agosto svoltasi presso il Centro Culturale Nazionale Talent Mosti, a Mosta (Malta).
Avevo infatti intenzione di trascorrere alcuni giorni di vacanza sull’isola, prima dell’inizio del nuovo anno scolastico e sono riuscita ad unire il viaggio alla poesia. All’evento circa una ventina di poeti locali hanno letto componimenti in italiano e in maltese, quest’ultimi sintetizzati in italiano dal segretario Charles Magro. Ad allietare la serata con la sua musica c’era il più celebre cantautore folk maltese, Walter Micallef. Dopo l’amichevole presentazione del presidente e del segretario, Patrick Sammut ha sintetizzata la mia nota biografica e mi ha intervistato chiedendomi di parlare della Valtellina, delle tematiche e delle forme della mia poesia e in conclusione mi ha chiesto come riesco a conciliare il lavoro di insegnante con tutte le attività impegnative che svolgo. In risposta ho descritto la Valtellina dal punto di vista geografico e paesaggistico, in particolare sottolineando il mio attaccamento alle montagne, tra le fonti ispiratrici della mia poesia. Ho aggiunto che il lavoro di insegnante assorbe molto tempo e che portare avanti tutte le iniziative culturali e l’attività di giornalista mi costano molto impegno ed energie, però le soddisfazioni in termini di crescita personale attenuano la fatica.
È grazie questa mia continua ricerca che ha avuto modo di conoscere anche i Poeti Maltesi. Tra le poesie lette “Le mie montagne” tratta da Poeti, un premio dalle scuole, “Con gli occhi delle donne” e “Questo io” da Il pane del sorriso, pubblicazione edita da Giulio Perrone con la preziosa introduzione della nota scrittrice Donatella Bisutti. L’ultimo componimento declamato è stata una poesia dedicata a Malta (riportata qui sotto) e consegnata in pergamena al Presidente come omaggio. La serata si è conclusa con la consegna di una medaglia da parte dell’Associazione Poeti Maltesi, graditissimo riconoscimento e con lo scambio di pubblicazioni.
Ringrazio sentitamente gli amici di Malta, persone di grande cultura e umanità in grado di condividere ed apprezzare. Sono rimasta colpita anche dalla padronanza della lingua italiana dei poeti maltesi. A Malta fino al 1934 la seconda lingua parlata, dopo il maltese, era l’italiano. Mi sono sentita molto a mio agio, a dimostrazione di quanto la poesia possa unire. Un’esperienza breve ma intensa, che lascerà il segno.
Paola Mara De Maestri
Malta
Gemma di pietra e sale,
fulgida ciprea a sud
di questo nostro mare.
Mediterraneo,
terre che dividi
popoli che unisci
sotto il tuo costellato
ombrello di sole.
Di notte m’acquietano
le onde che si allungano,
si arricciano, si spezzano
nel gorgoglio sommesso
di piena estate.
Sulle rocce
schizzi di luna
adombrano figure
piegate dal vento.
Riparato dal mondo
il nuovo risveglio sull’altura,
tra i Neoliti,
vestali di un tempo
che ancora vive.
Paola Mara De Maestri
(agosto 2009)
Sulla spiaggia
Le barche da vela ancoreggiate
a riposo
come ferri da stiro su velluto celeste;
i galleggianti bottoni colorati
che legano la sinistra della baia
alla parte destra;
i bagnanti vivaci lilliputtiani
che si muovono liberi
sulla tela viva acquosa;
il parco da giochi
una creatura preistorica
che timidamente sporge la testa
per brevi istanti;
e la costa accerchiante
due braccia materne
in questo pomeriggio caldo estivo.
Alle spalle le capanne, gli ombrelloni,
le tende, le bandiere e i gazebo
piccoli giocattoli posti casualmente
dalla mano invisibile
di un bambino gigante...
Più tardi la sera
mentre la folla si ritira
e la marea avanza lentamente
una brezza accarezza quelli rimasti
che sfiniti si sdraiano
su tele multicolorate
e la voce insistente dell’onda
che gioca leggera con la sabbia
richiama, sempre con più forza,
alla meditazione.
Patrick Sammut
(Malta, 23/08/2009)
Rosa
Abitò nel piano sotto il nostro.
Una donna allegra, estroverta, solare.
Portava tanti braccialetti d’oro,
che tintillavano nei suoi gesti per esprimersi.
A sessant’anni scaduti arricciava i capelli
e li tingeva biondi
per combinarli alla sua carnagione rosea.
Aveva sette figli, un marito e un cane.
Canatava con l’apparecchio della filodiffusione
le canzoni dei Beatles, dei Bee Gees, di Celentano e mille altre.
Rosa abitò nel piano sotto il nostro
e dava colore ai nostri anni d’infanzia e di gioventù.
Rosa abitò nel terzo piano
ma una volta salì al quarto.
Bussò sulla nostra porta mezz’aperta
e chiamò con voce bassa mia madre.
Aveva sentito come tutto il vicinato
che mio fratello non stava bene
e richiedeva di essere trasportato in un ospedale a Londra.
Era salita al nostro appartamento
per esprimere tutto il suo dispiacere
per la malattia di Michele, così giovane … così giovane.
Mia madre gli fece un tè
e Rosa gli rivelò di avere una malattia terminale.
Non mostrava poi troppo dispiacere per lo stato suo.
“Io posso morire, i miei figli sono grandi
ma Michele poverino è così giovane … così giovane.
Pregherò per Lui così l’intervento a Londra gli riuscirà”.
Ringraziò mia madre per il tè e scese le scale
per rifugiarsi nel suo piccolo appartamento nel terzo piano.
Rosa che abitò al terzo piano
solo un piano sotto il nostro
così apparentemente spensierata
era così sensibile e generosa.
Nei mesi successivi Rosa ci lasciò
e Michele ritornò da Londra guarito
tranne per una leggera disabilità.
Ormai trent’anni son passati.
Michele è sposato con un figlio grande.
Forse un giorno diventerà nonno
come desiderava con sincero affetto
la benevola ed amata Rosa.
Emmanuel Attard Cassar
(Malta, 17/08/2009)
Il mio giardino
Il mio giardino
è un posto divino
è pieno di fiori
di tutti i colori.
Dal bianco al rosso.
Ed io non posso
non ammirare
ed anche amare
la grande natura.
Son sempre sicura
che quest’aria pura,
la forza mi dà.
Il giorno che viene
l a notte che va.
Durante la vita
finché sia finita,
mi piace star qua.
Ammiro la scena
da sempre serena.
Le foglie ballando
così sussurrando.
Mi sembrano dire
senza mai finire,
“Ti amo Maria
dell’anima mia”.
Maria Grazia Caruana
(Malta, 20/08/2009)