L’odore di feci al piano terra bruciava
ogni fuga e riverenza per chi veniva
entrava tra i muri, si perdeva negli sguardi
fissi degli anziani scolpiti uno per letto
e mentre potevamo salire ai piani alti
qualcosa ci poteva liberare, liberare
dalle frasi troppo strette del personale
dalle ricette buttate su guance di neve
sulle barbe incolte, sulle terre asciugate
che ricordano quei corpi addormentati.
Restiamo qui, silenzio muovi le cose
attaccati alle retine, vicino al cuore,
non ha più occhi la luce.
Massimo Bevilacqua
a tutti i miei…
Via Paravicini al sedici come fosse
un teatro di posa, oppure l’ombelico,
lo scavo archeologico fra carne ed ossa.
Scopro una parola graffiata sul muro,
lungo il limite perennemente buio
fra l’orto, la segheria e la mente;
un chiaro segno del piano e lento
passaggio che nella massa di basalto
affina il filone del quarzo: memoria.
Francesco Osti
Materiali per la manutenzione. –Nina Simone, album Anthology. –Mark Strand, Uomo e cammello, Mondadori.
(da 'l Gazetin, gennaio 2008)
(3. – fine)