I. 1977
Sto rattrappita ai margini del tempo
lunghe parole mi percorrono sotto pelle
luoghi ignoti rabbrividiscono i miei pensieri
Sulla strada un lampo ha separato l'universo.
Ci sono radici che affiorano
quando la nostra terra è violata
lunghe cicatrici che percorrono la nostra vita
dove un tempo avevamo sepolto speranze
Tracciano il solco di ferite
che non lasceremo lungo i rimpianti della memoria
Lunghe radici che ancora ci consentono la primavera.
Ho paura
quando le strade della memoria
denudano il mio corpo giovane
contro la luce livida
di una notte ansimante e feroce
Così mi porto questa ferita
nei giorni
che nessun sole riesce a scaldare
dentro il tremore che un gesto
ha incrinato su di me
per tutto il sempre possibile
e futuro.
*
II. 2007
La città è un profilo di fumo
su cui germogliano esili antenne
nell'alito rosato del crepuscolo
i pensieri s'allungano
come dita invisibili
sulla tastiera dei giorni
nuove melodie risuonano
infilandosi tra note dimenticate
Il tempo è un baluginio d'infinito
tra gli occhi e l'al di là della strada.
Rosso un maggiolino procede
verso una goccia di rugiada
in cima a un filo d'erba
non sete lo guida ma l'arcobaleno
che brilla nel precario diamante del mattino
lui è un puntino
rosso di speranza
mentre il sole cambia una lacrima in giada
e poi ancora
un'ametista violetta e una pietra turchina
e smeraldo in cui specchia
una farfalla l'ala
nella sua breve danza
e insieme per l'infinito di un momento
s'incontrano due antenne
vite di diversa sostanza
e la scoperta vale per un tempo
che riscatta ogni altro male,
la bellezza dell'alba.
Ho messo un segnalibro tra i pensieri
per separare i bianchi, i grigi, i neri
di scriverli non ho voglia
seguo il ronzio di un'ape
mi trascina oltre la soglia
lascio un fermacarte colorato
per quelli che volano leggeri
di peso come il sasso
che basta alla tovaglia sotto il pergolato
dove la sera accendiamo i ceri
i fili d'ombra nuova nel giardino
confondono i sentieri alle formiche
mi chiedo dove sia il loro riparo
quale sia il buco del terreno a cui tornano
come le navi al faro
m'incantano i colori della sera
che indovino nel giorno poco a poco
così anche il dolore si fa fioco
e si consuma la vita come cera.
C'è un vuoto piccolo
senza luce o rumore
scavato dal tumore dentro il seno
meno del buio ambiguo di un'ostrica
appoggiato appena sopra il cuore
una striscia sottile di ceralacca
a suggello del futuro che non temo
Immagino le cuciture e i nodi
il taglio è di alta sartoria
ricorda la traccia lieve di un fossile
che nella morte insegna la via
Aspetto che dal buio misterioso
delle mie cellule impazzite
nasca un gioiello, un tesoro
che diventino ricamo
tutte le invisibili ferite
una mappa di filigrana d'oro,
che una notte una fata pellegrina
lasci nel vuoto del mio seno una perla
una luce che riscatti la mia vita
come l'aurora una qualsiasi mattina
mi basta anche un biglietto, un promemoria
di quella forza che a ogni giorno
rimette sulle spalle la sua gerla.
[Da una mailing list riprendiamo queste poesie di Rosangela Pesenti (per contatti: rosangela_pesenti@libero.it). «Poesie scritte tanti anni fa per una donna che mi ha confidato la violenza subita e alcune scritte quest'anno».
Rosangela Pesenti, laureata in filosofia, da molti anni insegna nella scuola media superiore e svolge attività di formazione e aggiornamento. Counsellor professionista e analista transazionale svolge attività di counselling psicosociale per gruppi e singoli (adulti e bambini). Entrata giovanissima nel movimento femminista, nell'Udi dal 1978 di cui è stata in vari ruoli una dirigente nazionale fino al 2003, collabora con numerosi gruppi e associazioni di donne. Fa parte della Convenzione permanente di donne contro tutte le guerre, della Convenzione delle donne di Bergamo, collabora con il Centro “La Porta”, con la rivista Marea e la rivista del Movimento di cooperazione educativa.
Tra le opere di Rosangela Pesenti: Trasloco, Supernova editrice, Venezia 1998; (con Velia Sacchi), E io crescevo..., Supernova editrice, Venezia 2001; saggi in volumi collettanei: “Antigone tra le guerre: appunti al femminile”, in Alessandra Ghiglione, Pier Cesare Rivoltella (a cura di), Altrimenti il silenzio, Euresis Edizioni, Milano 1998; “Una bussola per il futuro”, in AA. VV., L'economia mondiale con occhi e mani di donna, Quaderni della Fondazione Serughetti - La Porta, Bergamo 1998; AA. VV., Soggettività femminili in (un) movimento. Le donne dell'Udi: storie, memorie, sguardi, Centro di Documentazione Donna, Modena 1999; “I luoghi comuni delle donne”, in Rosangela Pesenti, Carmen Plebani (a cura di), Donne migranti, Quaderni della Fondazione Serughetti - La Porta, Bergamo 2000; “Donne, guerra, Resistenza” e “Carte per la memoria”, in AA. VV., Storia delle donne: la cittadinanza, Quaderni della Fondazione Serughetti - La Porta, Bergamo 2002; Caterina Liotti, Rosangela Pesenti, Angela Remaggi e Delfina Tromboni (a cura di), Volevamo cambiare il mondo. Memorie e storie dell'Udi in Emilia Romagna, Carocci, Firenze 2002; “Donne pace democrazia”, “Bertha Von Suttner”, “Lisistrata”, in Monica Lanfranco e Maria G. Di Rienzo (a cura di), Donne Disarmanti, Intra Moenia, Napoli 2003; “I Congressi dell'Udi”, in Marisa Ombra (a cura di), Donne manifeste, Il Saggiatore, Milano 2005; “Tra il corpo e la parola”, in Io tu noi. Identità in cammino, a cura dell'Udi di Modena, Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, 2006]
(da Notizie minime della nonviolenza in cammino, n. 283 del 24/11/2007)