Diario di bordo
Rosangela Pesenti. Sulla violenza alle donne 1977-2007
24 Novembre 2007
 

I. 1977

 

Sto rattrappita ai margini del tempo

lunghe parole mi percorrono sotto pelle

luoghi ignoti rabbrividiscono i miei pensieri

Sulla strada un lampo ha separato l'universo.

 

Ci sono radici che affiorano

quando la nostra terra è violata

lunghe cicatrici che percorrono la nostra vita

dove un tempo avevamo sepolto speranze

Tracciano il solco di ferite

che non lasceremo lungo i rimpianti della memoria

Lunghe radici che ancora ci consentono la primavera.

 

Ho paura

quando le strade della memoria

denudano il mio corpo giovane

contro la luce livida

di una notte ansimante e feroce

Così mi porto questa ferita

nei giorni

che nessun sole riesce a scaldare

dentro il tremore che un gesto

ha incrinato su di me

per tutto il sempre possibile

e futuro.

 

*

 

II. 2007

 

La città è un profilo di fumo

su cui germogliano esili antenne

nell'alito rosato del crepuscolo

i pensieri s'allungano

come dita invisibili

sulla tastiera dei giorni

nuove melodie risuonano

infilandosi tra note dimenticate

Il tempo è un baluginio d'infinito

tra gli occhi e l'al di là della strada.

 

Rosso un maggiolino procede

verso una goccia di rugiada

in cima a un filo d'erba

non sete lo guida ma l'arcobaleno

che brilla nel precario diamante del mattino

lui è un puntino

rosso di speranza

mentre il sole cambia una lacrima in giada

e poi ancora

un'ametista violetta e una pietra turchina

e smeraldo in cui specchia

una farfalla l'ala

nella sua breve danza

e insieme per l'infinito di un momento

s'incontrano due antenne

vite di diversa sostanza

e la scoperta vale per un tempo

che riscatta ogni altro male,

la bellezza dell'alba.

 

Ho messo un segnalibro tra i pensieri

per separare i bianchi, i grigi, i neri

di scriverli non ho voglia

seguo il ronzio di un'ape

mi trascina oltre la soglia

lascio un fermacarte colorato

per quelli che volano leggeri

di peso come il sasso

che basta alla tovaglia sotto il pergolato

dove la sera accendiamo i ceri

i fili d'ombra nuova nel giardino

confondono i sentieri alle formiche

mi chiedo dove sia il loro riparo

quale sia il buco del terreno a cui tornano

come le navi al faro

m'incantano i colori della sera

che indovino nel giorno poco a poco

così anche il dolore si fa fioco

e si consuma la vita come cera.

 

C'è un vuoto piccolo

senza luce o rumore

scavato dal tumore dentro il seno

meno del buio ambiguo di un'ostrica

appoggiato appena sopra il cuore

una striscia sottile di ceralacca

a suggello del futuro che non temo

Immagino le cuciture e i nodi

il taglio è di alta sartoria

ricorda la traccia lieve di un fossile

che nella morte insegna la via

Aspetto che dal buio misterioso

delle mie cellule impazzite

nasca un gioiello, un tesoro

che diventino ricamo

tutte le invisibili ferite

una mappa di filigrana d'oro,

che una notte una fata pellegrina

lasci nel vuoto del mio seno una perla

una luce che riscatti la mia vita

come l'aurora una qualsiasi mattina

mi basta anche un biglietto, un promemoria

di quella forza che a ogni giorno

rimette sulle spalle la sua gerla.

 

 

[Da una mailing list riprendiamo queste poesie di Rosangela Pesenti (per contatti: rosangela_pesenti@libero.it). «Poesie scritte tanti anni fa per una donna che mi ha confidato la violenza subita e alcune scritte quest'anno».

Rosangela Pesenti, laureata in filosofia, da molti anni insegna nella scuola media superiore e svolge attività di formazione e aggiornamento. Counsellor professionista e analista transazionale svolge attività di counselling psicosociale per gruppi e singoli (adulti e bambini). Entrata giovanissima nel movimento femminista, nell'Udi dal 1978 di cui è stata in vari ruoli una dirigente nazionale fino al 2003, collabora con numerosi gruppi e associazioni di donne. Fa parte della Convenzione permanente di donne contro tutte le guerre, della Convenzione delle donne di Bergamo, collabora con il Centro “La Porta”, con la rivista Marea e la rivista del Movimento di cooperazione educativa.

Tra le opere di Rosangela Pesenti: Trasloco, Supernova editrice, Venezia 1998; (con Velia Sacchi), E io crescevo..., Supernova editrice, Venezia 2001; saggi in volumi collettanei: “Antigone tra le guerre: appunti al femminile”, in Alessandra Ghiglione, Pier Cesare Rivoltella (a cura di), Altrimenti il silenzio, Euresis Edizioni, Milano 1998; “Una bussola per il futuro”, in AA. VV., L'economia mondiale con occhi e mani di donna, Quaderni della Fondazione Serughetti - La Porta, Bergamo 1998; AA. VV., Soggettività femminili in (un) movimento. Le donne dell'Udi: storie, memorie, sguardi, Centro di Documentazione Donna, Modena 1999; “I luoghi comuni delle donne”, in Rosangela Pesenti, Carmen Plebani (a cura di), Donne migranti, Quaderni della Fondazione Serughetti - La Porta, Bergamo 2000; “Donne, guerra, Resistenza” e “Carte per la memoria”, in AA. VV., Storia delle donne: la cittadinanza, Quaderni della Fondazione Serughetti - La Porta, Bergamo 2002; Caterina Liotti, Rosangela Pesenti, Angela Remaggi e Delfina Tromboni (a cura di), Volevamo cambiare il mondo. Memorie e storie dell'Udi in Emilia Romagna, Carocci, Firenze 2002; “Donne pace democrazia”, “Bertha Von Suttner”, “Lisistrata”, in Monica Lanfranco e Maria G. Di Rienzo (a cura di), Donne Disarmanti, Intra Moenia, Napoli 2003; “I Congressi dell'Udi”, in Marisa Ombra (a cura di), Donne manifeste, Il Saggiatore, Milano 2005; “Tra il corpo e la parola”, in Io tu noi. Identità in cammino, a cura dell'Udi di Modena, Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, 2006]

 

 

(da Notizie minime della nonviolenza in cammino, n. 283 del 24/11/2007)


TELLUSfolio - Supplemento telematico quotidiano di Tellus
Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - R.O.C. N. 7205 I. 5510 - ISSN 1124-1276