Poi la parola perse il suo senso.
Aridamente si spense.
S’alzò il silenzio come diga immane.
Rumoreggiava il non detto
Calcato nel petto
E il pensiero rappreso
Sbatteva furente
Vanamente
Contro potente invalicabile
Armatura.
Poi s’alzarono urla
E ressa di folla in rivolta
E tambureggiare di passi
Marziali
E l’inconsulto franare di sassi
Nel vuoto abissale
E lo stridore e lo schianto
E l’ira d’una burrasca
Che strappa chiome
E tronchi
E abbatte barricate e mura
E porte corazzate
E ululando rimescola
Essenza e vita e dolore e fede
E ti riporta in campo per un giorno ancora
Latore d’istanze che cercano raffronto.
Maria Lanciotti