Venerdì , 22 Novembre 2024
VIGNETTA della SETTIMANA
Esercente l'attività editoriale
Realizzazione ed housing
BLOG
MACROLIBRARSI.IT
RICERCA
SU TUTTO IL SITO
TellusFolio > Spettacolo > Pianeta jazz e satelliti
 
Share on Facebook Share on Twitter Share on Linkedin Delicious
Roberto Dell’Ava. Coleman, il capo
Billie Holiday e Coleman Hawkins. New York, 1957
Billie Holiday e Coleman Hawkins. New York, 1957 
09 Gennaio 2021
 

Coleman Hawkins era tornato da poco dall’Europa, in cui aveva suonato per alcuni anni con diversi gruppi sia in Francia che in Inghilterra. In America, nel frattempo, il posto lasciato vacante da Hawkins era stato preso da Ben Webster, Chu Berry, Dick Wilson e Lester Young, anche se ancora incompreso.

L’unica a credere in lui era Billie Holiday e alla ribalta arrivavano pure Don Byas, Illinois Jacquet e Buddy Tate. Molti di questi musicisti si ritrovavano, dopo aver suonato altrove, in un locale aperto ad Harlem tra la 134ª Strada e St. Nicholas Avenue e si sfogavano in lunghe jam sessions.

Rex Stewart ci ha lasciato una colorita descrizione di ciò che accadde in quel locale, quando Bean (era il soprannome di Hawkins) ricomparve a New York. La notizia del suo rientro in patria si sparse in un baleno quando cominciò a frequentare il locale, elegantissimo e senza sassofono.

Tutti si aspettavano che partecipasse ai concerti, ma Hawkins se ne stava tranquillo a sorseggiare qualcosa con un sorrisetto di superiorità e la tensione tra i musicisti si faceva palpabile. Una sera comparve più tardi del solito, verso le tre di notte intanto che Billie Holiday, accompagnata da Lester Young, stava cantando.

Bean tirò fuori il sax e si unì agli altri tra la sorpresa di tutti. Terminato il brano Billie Holiday annunciò al pubblico che aveva avuto il piacere di essere accompagnata dal più grande sassofonista del mondo: Lester Young. Seguì un silenzio impressionante, ma Hawkins non si scompose e chiese al pianista di suonare qualcosa. Tempo velocissimo, quasi impossibile e dopo quella valanga di note si avvicinò al bar per bere, aspettando le reazioni degli altri musicisti a quella serie di virtuosismi, ma nessuno si mosse.

Allora Coleman attaccò di nuovo improvvisando su una ballad con fraseggi vari a dimostrazione di come un tema poteva essere abbellito e terminando con una incredibile cadenza che strappò un applauso fragoroso.

Dick Wilson, uno de sassofonisti presenti, mormorò ad un collega: “Bene, eccoci serviti. Coleman è ancora il capo. Se ti vuoi misurare con lui ti conviene saper bene quello che fai, altrimenti è meglio che ti rivolga altrove”.

 

Roberto Dell’Ava


 
 
 
Commenti
Lascia un commentoNessun commento da leggere
 
Indietro      Home Page
STRUMENTI
Versione stampabile
Gli articoli più letti
Invia questo articolo
INTERVENTI dei LETTORI
Un'area interamente dedicata agli interventi dei lettori
SONDAGGIO
TURCHIA NELL'UNIONE EUROPEA?

 70.8%
NO
 29.2%

  vota
  presentazione
  altri sondaggi
RICERCA nel SITO



Agende e Calendari

Archeologia e Storia

Attualità e temi sociali

Bambini e adolescenti

Bioarchitettura

CD / Musica

Cospirazionismo e misteri

Cucina e alimentazione

Discipline orientali

Esoterismo

Fate, Gnomi, Elfi, Folletti

I nostri Amici Animali

Letture

Maestri spirituali

Massaggi e Trattamenti

Migliorare se stessi

Paranormale

Patologie & Malattie

PNL

Psicologia

Religione

Rimedi Naturali

Scienza

Sessualità

Spiritualità

UFO

Vacanze Alternative

TELLUSfolio - Supplemento telematico quotidiano di Tellus
Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
Sede legale: Via Fontana, 11 - 23017 MORBEGNO - Tel. +39 0342 610861 - C.F./P.IVA 01022920142 - REA SO-77208 privacy policy