L’iris selvatico
di Louise Glück (trad. di Roberto Malini)
In fondo al mio dolore
c’era una porta.
Ascoltami: colei che chiami morte,
io la ricordo.
Rumori in alto, fronde del pino che si muovono.
Poi nulla. Il sole pallido
sussultò sul manto asciutto.
È terribile sopravvivere
come coscienza
sepolti nella terra oscura.
Quindi tutto finì: ciò che paventi, essere
un’anima e non riuscire
a parlare, finì di colpo; la terra dura
si incurvò un poco. E quelli che sembravano
uccelli si infilzarono nelle siepi basse.
Tu che non hai memoria
di passaggi dall'altro mondo,
ti dico che potrei parlare ancora: ogni cosa
ritorna dall’oblio, ritorna
per trovare una voce:
dal centro della mia vita è uscita
una grande fontana, profonde
ombre blu sull’azzurro del mare.