2.
Come non sperare
nell’immortalità dell’anima?
Potrei incontrare finalmente
la mia sorellina Sissel,
volata in cielo prima che io nascessi.
Mi verrebbe incontro sorridendo
e mi direbbe dolcemente:
“Ah, tu sei Daniel”.
5.
Ora ti saluto, sorellina.
Aiutami a vivere, se puoi.
E anche a morire.
Come ti ho già detto,
spero d’incontrarti un giorno.
E immagino che sarò molto emozionato.
Sissel Vogelmann era nata il 3 settembre 1935, viveva a Firenze con la sua famiglia e non aveva neppure nove anni quando nel gennaio del 1944 fu caricata con il padre Schulim e la mamma Annetta Disegni in un vagone piombato. Al loro arrivo ad Auschwitz, il 6 febbraio 1944, Sissel e Annetta furono subito portate nelle camere a gas, si salvò solo Schulim che fu trasferito nel campo di Plaszow e finì a lavorare nella fabbrica di utensili per cucina di Schindler. Era, Schulim, nella lista di Schindler e quando fu liberato, l’8 maggio 1945, ritornò a Firenze e al suo lavoro di tipografo alla Tipografia Giuntina. A Firenze Schulim si risposò e nel 1948 nacque Daniel, il fondatore della casa editrice ebraica Giuntina.
Queste sono due delle Cinque piccole poesie per Sissel scritte da Daniel per la sua sorellina e pubblicate in appendice di Piccola autobiografia di mio padre (Daniel Vogelmann, Giuntina, 2019).