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Poesia d’autore/ Daniel Vogelmann. Da “Cinque piccole poesie per Sissel”
27 Gennaio 2020
 

2.

 

Come non sperare

nell’immortalità dell’anima?

Potrei incontrare finalmente

la mia sorellina Sissel,

volata in cielo prima che io nascessi.

Mi verrebbe incontro sorridendo

e mi direbbe dolcemente:

Ah, tu sei Daniel”.

 

 

5.

 

Ora ti saluto, sorellina.

Aiutami a vivere, se puoi.

E anche a morire.

Come ti ho già detto,

spero d’incontrarti un giorno.

E immagino che sarò molto emozionato. 

 

 

Sissel Vogelmann era nata il 3 settembre 1935, viveva a Firenze con la sua famiglia e non aveva neppure nove anni quando nel gennaio del 1944 fu caricata con il padre Schulim e la mamma Annetta Disegni in un vagone piombato. Al loro arrivo ad Auschwitz, il 6 febbraio 1944, Sissel e Annetta furono subito portate nelle camere a gas, si salvò solo Schulim che fu trasferito nel campo di Plaszow e finì a lavorare nella fabbrica di utensili per cucina di Schindler. Era, Schulim, nella lista di Schindler e quando fu liberato, l’8 maggio 1945, ritornò a Firenze e al suo lavoro di tipografo alla Tipografia Giuntina. A Firenze Schulim si risposò e nel 1948 nacque Daniel, il fondatore della casa editrice ebraica Giuntina.

Queste sono due delle Cinque piccole poesie per Sissel scritte da Daniel per la sua sorellina e pubblicate in appendice di Piccola autobiografia di mio padre (Daniel Vogelmann, Giuntina, 2019).


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