3.
Un giorno qualcuno scriverà una storia che parla,
tra l’altro, di una separazione tra madre
e figlio, di come lei si allontanò senza meta, di come lui svanì
nell’aria. Ma prima che ciò accada, descriverà
come i volti fulgevano di luce fievole e come
il figlio fu mosso a dire: “Donna guarda tuo figlio”,
poi a un amico vicino: “Figlio, guarda tua madre”.
A questo punto lo scrittore riporrà la penna
e immaginerà che mentre si pronunciavano quelle parole
qualcos’altro accadde, un che di insolito, come
una finalità rivelata, un segreto condiviso, una verità
alla quale loro, madre e figlio, sarebbero rimasti legati,
ma come forse nessuno avrebbe mai saputo. Nemmeno lo scrittore.
Trad. Damiano Abeni