Stamani, Vally mi ha raccontato che suo nipote non sa andar oltre il ni.
– Stai bene?
– Ni – risponde. Starebbe per “né bene né male”.
Forte del fatto che i bimbi hanno una conoscenza inconsapevole, ho indagato: che cosa c’è oltre il ni?
Un latinista potrebbe dire nihil, ‘nulla’!
Ma, il latino non è stata la prima lingua!
Fissato col zumero, ho indagato ni.h.il!
Il soffio divino o il puzzo demoniaco è ritenuto la fonte di tutto. Mettiamoli alla pari davanti alla notte di Halloween, dei morti viventi.
Ni.h.il, ‘nulla’ lat., NI-H-IL zum., ‘Aldilà (hubur)-Dio’.
Linguisticamente ni è:
NI-
(cf., i3- impersonal verbal conjugation prefix, opposit of mu-, indicates distance from speaker, or social distance between actor-and a person standing, a nasalized vowel i (example: i3-sa10, ‘I bought’ [io comperai’].1
Mu vel Me è la parola creativa. L’opposto è il nulla. Ma, la sequenza rivela che oltre il nulla, ni, c’è l’Aldilà, h di hubur di il, Dio!
Precisamente, il soffio, zi, di Dio, il: zil:
zil; zi; ze2
to undress; to peel off; to pare, cut; to shell; to flay; to cook, boil (cf., sila; dub3…zil) (ze2, ‘to shear, pluck’, + ul, ‘joy, pleasure’).2
zil2 [TAG]
to make beautiful, pleasing; to be loving, gentle, affectionate; to caress (usually reduplicated) (cf., zil).2
Il soffio di Dio veste ogni creatura e la fa bella.
Carlo Forin
1 John Alan Halloran, Sumerian lexicon, Logogram Publishing, Los Angeles, 2006: 117.
2 Ivi: 316.