Il figlio di mia figlia,
piccolo cucciolo smarrito,
ha il dono del sorriso nello sguardo,
nelle fossette delle guanciotte dei quattro anni.
Ha il dono della vivacità di pensiero,
e ti sorprende con domande e risposte imprevedibili.
Un giorno s’impuntò con voglio questo e voglio quello.
Feci il bravone con l’antica tiritera “L’erba voglio non esiste!"
E lui veloce e serio
“io non t’ho chiesto mica un’erba!”
Il figlio di mia figlia,
piccolo cucciolo smarrito,
sembra disegnato dalla Walt Disney
tanto è ben fatto,
tanto è espressivo
tanto parla con gli occhi
e tanto ispira simpatia.
Il figlio di mia figlia
col dono del sorriso nel volto e nello sguardo,
spenta la gioia nei suoi fari,
dal marzo di quest'anno,
serio,
fa una domanda a tutti,
proprio a tutti.
Anche a me, l’ha fatta, pensieroso:
“Nonno, tu ce l’hai il babbo?”
“Senti, amore…”
“Dimmi, tu ce l’hai il babbo? …Io no.
Io… non più.
Il mio babbo è morto. Perché?
Ma i morti è vero che li rivedremo?
Io il mio babbo voglio rivederlo…
Voglio rigiocare con lui…”
E ho rivisto mia madre,
centenaria,
serena nel suo letto,
salutarmi conscia del saluto estremo,
chiedere ancora una volta:
“Mamma, perché mi hai abbandonato ch'ero bambina?”
I figli di mia figlia,
tre cuccioli storditi,
piombati troppo presto nei dolori della valle,
ora sono sempre in cerca della madre.
Quasi vorrebbero
che fosse dotata di marsupio.
PD