Già il nome ‘Sumeri’, così come il termine ‘Sumer’ per il paese che essi abitavano, non appartiene al lessico della loro lingua: troviamo tali appellativi nelle iscrizioni, in lingua semitica, della popolazione che si insediò in Mesopotamia attorno al 2600 a.C. e che, col tempo, allontanò i precedenti abitanti. I Sumeri chiamarono il loro paese o kalam ‘paese’ oppure ki-en-gi, tradotto da noi con ‘Sumer’ senza che riusciamo a comprendere il significato dei tre segni che lo compongono. Essi stessi si definiscono sag-gi6 ‘teste nere’, quasi a volersi caratterizzare per una particolarità somatica. Circa poi la loro origine o provenienza, i Sumeri tacciono ostinatamente, lasciando a noi il gravoso compito di ipotizzare il presunto paese da cui provennero e la stessa etnia a cui appartengono.
(Giovanni Pettinato, La città sepolta. I misteri di Ebla,
A. Mondadori, Milano, 1999: 118-119)
Giovanni Pettinato1 è l’assiriologo, venuto meno il 19 maggio 2011, che pubblicò il pensiero sopra riportato, nel 1999.
Dopo tanto tempo, noi siamo in grado, con l’archeologia del linguaggio, di sciogliere E NIG MAH, ‘casa delle troppe cose’ in zumero.
Licinio Glori scrisse nel 1956:
Il 15 marzo 1956 volge il 2° millenario della sanguinosa aurora di Giulio Cesare (: 7 de La Pace di Cesare) …Fu rito della scrittura sumerica incidere Enzu e leggere all’inverso Zuen (semplificato Sin = Luna); diventò uso cananeo scrivere Ba’al diversamente dai correligionari europei di Al’ba. L’ascesa di Babele, verso il 2000 a.C., al predominio mesopotamico sovrappose Bel sia al Al’ba che a Ba’al. (: 28)
L’archeologia del linguaggio ha un’archeo-teca in Tellusfolio con 80 articoli.
Vi segnalo in particolare “Sora Luna”: ‘Signora Luna’, En Zu, è la massima divinità dei Zumeri. Dalla dea luna la men.te zumera [in grafi te.men] riteneva di ricevere la conoscenza se la mente era aperta ig, sag.gi da leggere sag.ig.
(gis/gi)ig
door, entrance [IG archaic frequency: concatenates 2 sign variants].2
Ighighi sono le stelle, che vediamo anche noi, dèi superiori ed angeli e demoni. Gi è anche la canna scrittoria e dub la tavoletta in creta su cui incidere in grafi cuneiformi.
Perciò l’espressione ki.en.gi si legge a giro ig.en.ki, ‘aperto. Signore. Terra’. L’espressione
lu2-na-me’
someone, anyone (‘person’ + indefinite pronoum).3
identifica ogni persona perché la dea Luna le dà il me, l’esistenza e la conoscenza zu.
zu, su2
n., wisdom, knowledge.
v., to know; to understand; to experience; to be familiar with; to inform, teach (in maru reduplicated form); to learn from someone (with –da-); to recognize someone (with –da-); to be experienced, qualified.
possessive suffix, your (singular).
pron., yours.4
zu-a
acquaintance; expert; experienced person (‘to know’ + nominative).5
La Luna Zu ed il Sole Ab, in coppia ZU.AB si leggono abzu.
ZU.AB
(cf., abzu).6
abzu [ZU.AB]
the ‘sentient’ sea –the sea personified as a god (aba/ab, ‘sea’ + zu, ‘to know’; Akk. apsu(m), ‘(cosmic) underground water’) [ABZU archaic frequency].7
Carlo Forin
1 Cfr. in Wikipedia.
2 John Alan Halloran, Sumerian lexicon, Logogram Publishing, Los Angeles, 2006: 120.
3 Ivi: 161.
4 Ivi: 316.
5 Idem.
6 Idem.
7 Ivi: 14.