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Nicolás Guillén. Il male del secolo
04 Dicembre 2015
 

Questa poesia non è stata scritta da me ieri, ma da Nicolás Guillén (1902 - 1989) nel 1922 e fa parte della raccolta Cerebro y corazon, il suo primo lavoro poetico, composto a vent'anni. È una preghiera, credo molto attuale. (Gordiano Lupi)

 

 

Il male del secolo

 

Signore, Signore, perché odieranno gli uomini

chi lotta, chi sogna e chi canta?

Cosa può serbare un dolce cigno

se non tenerezza nell’anima?

Com’è doloroso vedere che ogni sforzo,

per volare, provoca una sassata,

un insulto pungente, una calunnia!...

Perché sarà l’Umanità così cattiva?

 

Perché insieme al cammino della gloria

sempre l’Invidia pallida

insidia il passo del pellegrino candido

e gli lancia la sua freccia avvelenata?

Anime che si rivoltano nel fango,

perché saranno le anime

che sempre dovranno macchiare le vesti

di colui che indossa abiti bianchi?

 

Come castiga il mondo

chi nacque con le ali

e sogna la luce dell’Infinito

dall’oscurità d’una gabbia!

 

Questo secolo egoista

non ha conosciuto mai candide chimere,

né illusioni, nobili impegni:

questo secolo stanco si trascina.

 

Questi uomini di oggi solo pensano

all’oro, che infanga

ogni limpidezza della vita

e ogni candore dell’anima.

Signore, più nessuno sogna;

Signore, più nessuno canta.

 

I cavalieri di questo secolo cercano

l’oscurità di maligne imboscate

e nelle loro notti senza gloria mai vivono

la loro fine aristocrazia,

l’eco d’una lira,

l’amore d’una dama

e lo splendore, davanti allo stupore della luna,

dell’acciaio ardito d’una spada…

 

E le mani che si nascondono nell’ombra

sono le mani che conficcano

il pugnale d’impreviste codardie

e tradimenti satanici

soprattutto i petti senza protezione

e tutte le spalle.

 

Io non posso vivere in questo secolo

senza cervello e senz’anima.

Signore, Signore: io sono aquila o cigno:

dammi una vetta altera, come l’aquila,

per dimenticare in essa

la mia lirica nostalgia,

o come al cigno, dammi

come suprema grazia,

un lago silenzioso e solitario,

di onde azzurre e di spume bianche…

 

 

Traduzione di Gordiano Lupi


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