Questa poesia non è stata scritta da me ieri, ma da Nicolás Guillén (1902 - 1989) nel 1922 e fa parte della raccolta Cerebro y corazon, il suo primo lavoro poetico, composto a vent'anni. È una preghiera, credo molto attuale. (Gordiano Lupi)
Il male del secolo
Signore, Signore, perché odieranno gli uomini
chi lotta, chi sogna e chi canta?
Cosa può serbare un dolce cigno
se non tenerezza nell’anima?
Com’è doloroso vedere che ogni sforzo,
per volare, provoca una sassata,
un insulto pungente, una calunnia!...
Perché sarà l’Umanità così cattiva?
Perché insieme al cammino della gloria
sempre l’Invidia pallida
insidia il passo del pellegrino candido
e gli lancia la sua freccia avvelenata?
Anime che si rivoltano nel fango,
perché saranno le anime
che sempre dovranno macchiare le vesti
di colui che indossa abiti bianchi?
Come castiga il mondo
chi nacque con le ali
e sogna la luce dell’Infinito
dall’oscurità d’una gabbia!
Questo secolo egoista
non ha conosciuto mai candide chimere,
né illusioni, nobili impegni:
questo secolo stanco si trascina.
Questi uomini di oggi solo pensano
all’oro, che infanga
ogni limpidezza della vita
e ogni candore dell’anima.
Signore, più nessuno sogna;
Signore, più nessuno canta.
I cavalieri di questo secolo cercano
l’oscurità di maligne imboscate
e nelle loro notti senza gloria mai vivono
la loro fine aristocrazia,
l’eco d’una lira,
l’amore d’una dama
e lo splendore, davanti allo stupore della luna,
dell’acciaio ardito d’una spada…
E le mani che si nascondono nell’ombra
sono le mani che conficcano
il pugnale d’impreviste codardie
e tradimenti satanici
soprattutto i petti senza protezione
e tutte le spalle.
Io non posso vivere in questo secolo
senza cervello e senz’anima.
Signore, Signore: io sono aquila o cigno:
dammi una vetta altera, come l’aquila,
per dimenticare in essa
la mia lirica nostalgia,
o come al cigno, dammi
come suprema grazia,
un lago silenzioso e solitario,
di onde azzurre e di spume bianche…
Traduzione di Gordiano Lupi