Bello come una stella
Si consumano eternità,
infiniti e – nel fuoco –
fra artigli di lamiera,
corpi quasi divini.
Tutto ha un respiro, un destino,
una storia, un mistero
e – nonostante l’amore – tutto muore.
Solo il bene immortale esiste,
bello come una stella,
oltre la legge.
Roberto Malini
Persino nell'apocalisse del fuoco il corpo non muore
lamiera – fuoco – artiglio. Un'icasticità da inferno dantesco abbaglia la fulminante devastazione dell'impatto mortale in queste tre parole che si fanno tiranne di vita, e indossano un volto che specchia sulla falce un ghigno di vittoria. Sembra aver sancito con il suo artiglio la fine del non finito.
Eternità/ infiniti. L'universalità generalmente intesa si oppone all'infinito soggettivo che non a caso nel plurale, viene a significare il destino individuale e personale e coniuga perfettamente lo slancio vitale dell'immagine con il respiro delle cose entro le quali non tutto muore.
Respiro/tutto muore è un ossimoro evidente a sottolineare la divinità del corpo nella sua permanenza del bene oltre il predestinato e anche oltre la vita e la legge che la governa.
A Roberto Malini il mio grande bene. (Patrizia Garofalo)