Un amore di Chisciöl
Timido e caro è Giacomino,
tutto intento a cucinare
un gran cibo sopraffino
per il suo buon desinare.
Ecco sbatter la pastella,
di farina nera e bianca,
nello strutto si fa bella,
con il vino che mai manca.
Cuoce lenta la pastella,
il formaggio di casera
fa dorar la gran frittella
come sole a primavera.
Che bontà! Che goduria!
L'aria annusa l'Orsolina,
corre e giunge con furia,
con in bocca l'acquolina.
Di chisciöl bel profumato,
bacia subito Giacomino,
sulle labbra ha l'odorino,
più si toglie dall'amato.
Fu così che nella padella
Il chisciöl bruciò di botto,
Giacomino e la sua bella
la timidezza avevan rotto.
(Canto con chitarra di Marco Divitini,
parole di Ezio Maifrè)