L’ALBA FURIOSA
l’alba furiosa
strappa il lenzuolo della notte
dà voce e colori alla natura
e si allontana rincorrendo un gatto
nelle strade solitarie
il sole stiracchiandosi
esce da dietro i monti
un tuffo nell’azzurro
un altro nelle nubi
prima della solita menata
bau bau
un cane
stanco di rincorrere il gatto
morde il culo del tempo
S. ALESSANDRO
il sole d’agosto cuoce le pietre
passi lenti e solitari
salgono al tuo fresco abbraccio
e giurano fede eterna
un attimo per una carezza
– l’occhio si alza oltre le mura –
e il cammino riprende
tutto è più raccolto
più vicino
vibra nell’aria
l’onda antica che ti volge
e spiana beata
la luce del tuo sorriso
il mio cuore è qui
è una campana serena
che lancia il suo grido d’amore
sciogli in lui la tua parola
Signore
VIA S. ALESSANDRO
il sole d’agosto
taglia la polvere
della strada acciottolata
e dona riflessi cangianti
alle cicatrici delle pietre
dei vetusti e forti muri
carezzati da liberi maltatori
dalle loro crepe
il canto monotono delle cicali
– quale respiro
di dormiente terra solatia –
si sparge tra pianta e pianta
e il verde diffuso
che declina dietro le case.
CANICOLA
lucifero porta il giorno
il calore lo avvolge
e rende difficile
il respiro delle ore
l'orologio di S. Alessandro
batte le quattordici
non si muove una foglia
l'aria è ferma
la mente vuota
il sudore scorre lungo il corpo
e pizzica forte
ma più forte
è la stanchezza
Giovanni De Simone