Venerdì , 22 Novembre 2024
VIGNETTA della SETTIMANA
Esercente l'attività editoriale
Realizzazione ed housing
BLOG
MACROLIBRARSI.IT
RICERCA
SU TUTTO IL SITO
TellusFolio > Nave Terra > Oblò cubano
 
Share on Facebook Share on Twitter Share on Linkedin Delicious
Carlos Carralero. “A Cuba non si tortura... A Cuba non si uccide... A Cuba non c’è opposizione al regime...” 
Le bugie di chi nel paradiso cubano è riuscito a costruire un inferno
'Cazzo, è un'infermiera! Non è un Dama in Bianco!' 
07 Aprile 2010
 

«A Cuba non si tortura,

A Cuba non si uccide,

A Cuba non c’è opposizione al regime,

Cuba pratica l’internazionalismo proletario.

La colpa della miseria e di certi atti punitivi da parte del regime è dell’embargo e dell’assedio degli Stati Uniti».

 

Queste sono le affermazioni dell’erede del Bugiardo en Jefe, che eredita non solo il potere, ma anche una delle professioni (delle grandi attitudini) del fratello, la mitomania. L’unica cosa che non ha trasmesso il “Mitomegalomane en Jefe” al suo tenero fratellino è lo stile per sputare raffiche di menzogne, producendo nell’interlocutore una sorta di malefico incantesimo che spesso mortifica la sua intelligenza. Raúl Castro è diventato mostruoso non perché avesse le capacità innate per essere mostro, lo è perché è sempre stato un fantoccio del fratello, che, lui sì, aveva i geni della mostruosità. Non ho tanta urgenza di dimostrarlo, perché più argomenti di quelli che potrei fornire io, ce li fornisce la storia del castrismo stesso. E per capirlo basterebbe solo una minima dose di onestà, di intelligenza e di assenza di pregiudizi. Chiaro?

 

Raúl Fantoccio Castro (che dopo tutto, non è Castro bensì Mirabal, e questi sono pettegolezzi, di cui ora preferisco non occuparmi) sta copiando il vizio di bombardare con le vecchie menzogne del fratello (per linea materna), erede del dinastico totalitario potere castrista. Ripete il fantoccio che a Cuba non si tortura, ma lui, codardo, si permette di affermarlo cinicamente perché sa che i cubani non possono più parlare con i morti, che i castristi, prima di ucciderli, hanno torturato; nemmeno con i sopravvissuti possono parlare, visto che dopo anni di tortura in prigione, costoro già appartengono all’aldilà. E neppure con le vittime più famose, sopravvissute alle torture, che ora vivono all’estero. Ad esempio, il comandante Hubert Matos che vive in esilio dopo aver scontato la lunga pena di 20 anni nelle carceri dei suoi ex-compagni, i fratelli Castro.

 

Seconda menzogna. A Cuba non si uccide. Molte sono le testimonianze. Non solo quelle depositate nel libro di Pedro Corzo, pubblicato dalla casa editrice Spirali, ma anche quelle assai preziose che risalgono ai primi mesi della rivoluzione - la chiamano “robo-ilusión” - nel libro di padre Arzuaga, un cappellano che perduta la fede gettò le veste di sacerdote per poi pagare nel corso degli anni il suo debito con i cubani fucilati, scrivendo un libro di memorie sul carcere de La Cabaña a La Habana, dove Che Guevara, con il sigaro in bocca, ordinava le fucilazioni degli imputati ancora prima del processo. Ascoltate pure l’imputato, se volete, ma l’importante, non è l’argomento, bensì se conviene uccidere. Altrettanto faceva Raúl Castro a Santiago de Cuba. Un giorno si divertì a ordinare ai condannati di aspettare la morte sul bordo di un canale nei pressi del fiume San Juan, allo scopo di evitare a suoi seguaci la fatica di scavare la fossa.

Bisogna ascoltare le madri che trovano il coraggio di denunciare i crimini commessi contro i loro figli, o quelle meno coraggiose che si lamentano perché i loro figlioli giovanissimi sono stati uccisi in guerre in paesi africani: in Algeria, Etiopia e pure Angola, dove Castro mantenne un esercito di occupazione da ben 15 anni, e molti altri luoghi meno noti alla stampa mondiale. In America Latina, Castro ha evitato solo il Messico perché i governanti di quel paese sono stati i suoi eterni alleati in America Latina. Montoneros, Macheteros, Tupamaros, Farabundo Martí, Sandinisti, Nueva Joja, sono alcuni dei nomi di organizzazioni o guerriglie dove il dittatore ficcò il naso in America Latina. Per compiere queste nefandezze, Castro doveva portare a Cuba la fame e il lutto. Mentre il suo sporco alleato sovietico, mandava come fosse acqua fiumi di miliardi di dollari, Castro si occupava di esportare la sua “roboillusione” e di trasformare uno dei paesi più progrediti dell’America Latina negli anni Cinquanta, nell’isola della miseria: spirituale e materiale.

 

La terza menzogna, anch’essa facile da smontare, riguarda l’opposizione.

Non esiste opposizione, dice Castro. Per chi non lo sapesse, dovrei dire che con gli stessi metodi con cui Castro costrinse molti cubani a combattere Batista, alcuni oppositori hanno combattuto lui negli anni tra il 1960 e 1966, soprattutto sui monti dell’Escambray (luogo ben noto a molti turisti, perché si trova tra le città di Cienfuegos e Trinidad). Ma con metodi brutali e con il solito eufemismo e le bugie, Castro sterminò questi dissidenti. Prima disse al mondo e ai poveri ingenui cubani che coloro che lo combattevano erano dei banditi, e definì quel periodo storico eufemisticamente: Lotta contro i banditi. Ma la cosa peggiore non fu l’eufemismo del Bugiardo en Jefe, bensì il metodo brutale con cui trattò i suoi ex-compagni che usavano le stesse armi con cui lui aveva combattuto Batista. Saturno, allora, li isolò, internando i loro familiari e amici in campi di concentramento nella provincia più occidentale del paese, Pinar del Río. Con questi metodi Castro impediva il rifornimento di armi, cibo e medicinali ai partigiani. Ma i pochi che sopravvivevano a tale crudeltà, non potevano vedere i loro familiari, non sapevano nemmeno dove fossero i loro cari. Una delle tante forme del regime per divorare i propri figli.

 

Migliaia di cubani sono scomparsi nello stretto della Florida. Alcuni erano dissidenti attivi, altri cubani che non accettavano il regime e cercavano di scappare. Si stima che su ogni quattro persone che rischiano una simile avventura, almeno uno perisce. Sono più di settantamila i morti in quel tratto di mare. Ma le morti più drammatiche furono quelle del 1980 nei pressi del fiume Canimar, vicino a Varadero, spiaggia che gli europei si godono, anche se poi, non solo ci negano l’aiuto, ma per di più ci smentiscono quando raccontiamo il nostro terribile dramma. Nel 1980 un gruppo di cubani tentò di scappare su una barca e il governo ordinò di sparare, l’ordine fu dato dal segretario del Partito Comunista della provincia di Matanzas, tale Julián Rizo. La seconda tragedia si verificò il 13 luglio 1994, su una barca chiamata “13 marzo” (13 è un numero fatidico per i cubani, anzi tragico, perché un 13 agosto nacque il Saturno cubano). Questa volta il crimine fu più orrendo perché su questa barca morirono anche circa 20 bambini, il più piccolo aveva solo sei mesi. Ma la vicenda è ancora più tragica perché la guardia costiera cubana fece affondare il rimorchiatore dove si trovavano i fuggiaschi con i bambini. Le madri pregarono i poliziotti di salvare almeno i loro figli: per tutta risposta, i soldati strapparono i bambini dalle braccia delle madri con i getti d’acqua delle pompe. Difensori del castrismo, ditemi se un regime così ha la morale per continuare a governare.

Penso che le migliaia di morti cubani non possano essere giustificate da coloro che odiano gli americani, solo perché Castro è il presunto nemico del loro nemico. Non è serio condannare Pinochet e salvare Castro. NO, no!

Quando Castro ebbe compiuto la sua missione di sterminio di coloro che un tempo erano stati suoi compagni di lotta, a Cuba regnò per molti anni il terrore, quindi il silenzio. Fino al 1976, quando Gustavo Arcos Bergnes, (che nel 1953 era stato compagno di Castro nell’avventura dell’assalto alla caserma Moncada e si trovava in carcere per opposizione al regime) insieme a Riccardo Bofil, (che dopo aver scontato 12 anni di carcere ora vive in Florida) e altri amici hanno fondato la prima organizzazione pacifica a Cuba, il Comitato Cubano per i Diritti Umani. Da allora sono tante le organizzazioni di diritti umani fondate a Cuba, ma essendo totalmente illegali per il regime e quindi perseguitate, sono molto deboli.

 

Alla fine del mese di febbraio, una parte della nazione cubana si è commossa per la morte di Orlando Zapata Tamayo, detenuto in carcere per reato di opinione. Zapata non era stato condannato insieme al gruppo dei 75 dissidenti nel 2003, bensì qualche mese dopo. Perché? Perché il regime lo aveva sottovalutato e discriminato. Menzionando i più noti, il regime tentava di far credere ai cubani e al mondo intero che coloro che avevano processato con un giudizio sommario, erano agenti della CIA. Nel 1999, il governò emanò una legge (legge 88, chiamata “mordaza”, cioè legge del bavaglio). Con questa legge volevano non solo giustificare le proprie azioni repressive, ma anche proteggersi dalla critica internazionale, perché la legge in sintesi condanna i nemici dello Stato e della Rivoluzione per collaborazione con il nemico e per aver messo a repentaglio la sovranità di Cuba. Con questa legge si colpiscono gli stranieri che informano sugli avvenimenti di Cuba, accusandoli di propaganda contro il regime. È per questo che i corrispondenti a Cuba esitano a dare le notizie più compromettenti per il regime. Sempre per questo motivo un altro dissidente accusato nel 2003, Ariel Sigler Amaya, oggi sta morendo, in un ospedale dell’Avana, mentre la stampa accreditata a Cuba non scrive nemmeno una riga su questo dramma. La madre di Sigler, una delle esponenti delle Damas de Blanco che protestava sulla sedia a rotelle, prima di morire ha fatto un appello all’opinione pubblica affinché salvassero suo figlio. Che sta lentamente morendo di fame: ha già perso circa 60 chili di peso.

Possiamo chiederci per quale motivo Castro neghi l’esistenza di un’opposizione. La verità è che Castro sta applicando un consiglio machiavellico, che dice più o meno così: quando vuoi sconfiggere un nemico concentra tutte le tue forze su un punto solo. Il nemico di Castro sono sempre stati gli Stati Uniti d’America. Molti in tutto il mondo odiano il potere nordamericano e Castro trova conveniente fare la parte del piccolo e coraggioso Davide che affronta il gigante Golia. Il mondo deve capire che lui è costretto ad uccidere perché è solo un povero, piccolo Davide assediato dagli americani (assediato sì, ma dalla mancanza di principi, di scrupoli, dalla megalomania, dal suo eterno delirio di essere il primo, dalla sua paranoia e anche dei suoi complessi). Adesso il suo insignificante fratello diventa importante perché è anche lui un criminale, demagogo, a volte cinico, a volte ipocrita.

 

Quarta menzogna. L’internazionalismo proletario. È stata la patente di corso di Castro per uccidere non solo durante i combattimenti, ma anche commettendo crimini politici. Il Salvador e alcune altre nazioni potrebbero raccontare qualcosa in proposito.

 

Quinta menzogna. L’embargo americano. Una delle menzogne storiche più dannose per l’umanità. Perché la storia è in agonia, ferita da tante imprecisioni e inesattezze. Hanno parlato persino di blocco per mezzo secolo. Ma l’aspetto peggiore di questa disinformazione storica, di questo crimine mediatico è che gli ingenui ancora credono che Castro sia un uomo normale e che i suoi complici in tutto il mondo, per pregiudizi e odio, facciano volontariamente il lavoro sporco per Castro. Prima Cuba commerciava con tutto il mondo, tranne che con gli Stati Uniti, ma tramite paesi terzi la merce americana arrivava comunque a Cuba, almeno per i turisti e i collaboratori del regime. Che sia chiaro questo, eh! Adesso, dal 2007, gli Stati Uniti sono diventati il quinto partner economico di Cuba. Solo che il governo è carente di liquidità per pagare e carente anche di morale per pagare al popolo cubano il debito per averlo ingannato, torturato, ucciso, per avergli tolto quello che gli toccava per fare invece guerre, scatenare violenza nel nome della solidarietà e dell’internazionalismo; e per avergli impedito di giungere alla distensione con gli Stati Uniti sotto la presidenza di Lyndon Johnson, nel 1965. Castro allora rispose con la crisi migratoria che i cubani chiamarono Vuelos de la Libertad. Nel 1980, Castro la combinò grossa al tenero Carter con la crisi dell’ambasciata del Perù, e l’apertura del Porto del Mariel, all’ovest dell’Avana: svuotò manicomi e carceri e mandò il peggio dei delinquenti e una buona quantità di agenti. Nel 1996 fu la volta di Clinton. Castro gli fece un bel regalo; gli mandò decine di migliaia dei balseros. Solo i cubani, tra tutti gli ingegnosi disperati del mondo, hanno osato lanciare nell’oceano i camion-zattere (i “camionauti”).

Se Obama non ha ancora ricevuto la dose completa di vandalismo politico castrista è perché Fidel Castro non è più in condizione di creare una manovra politica. E a Raúl, benché sia un uomo terribilmente cattivo, manca la stoffa di mostro di cui è fatto il fratello Fidel fin da quando era in grembo di Lina Ruz.

 

È così che nel paradiso cubano i fratelli Castro hanno costruito un inferno.

 

Ditemi, se quest’uomo merita il rispetto di chi, assumendo la difesa del Castrismo offende la dignità di tanti cubani. Difensori del castrismo, riflettete, per favore!

 

Carlos Carralero


Articoli correlati

  Carlos Carralero. Miti dell’antiesilio e la difesa degli antimiti
  Non è facile demolire un mito. Il libro di Pedro Corzo su Che Guevara
  Pedro Corzo. Che Guevara, missionario di violenza
  Libri e autori assenti alla Fiera del Libro dell'Avana
  Parole forti della madre all’indirizzo di Raúl Castro
  Cuba. I funerali di Orlando Zapata Tamayo
  Raúl Castro «rammaricato» per la morte di Orlando Zapata Tamayo
  Cuba. In libertà alcuni prigionieri politici
  Obama commemora l’anniversario della morte di Orlando Zapata Tamayo
  Lula paragona i dissidenti cubani ai delinquenti comuni brasiliani
  Efrén Fernández Fernández. Testimonianza sulle torture a Orlando Zapata
  Cubavision ricostruisce la vicenda Zapata
  Valter Vecellio. La situazione. Cuba, come prima, peggio di prima
  Sospesa la riesumazione della salma di Zapata Tamayo
  Cuba. Video-documento manifestanti a Banes di fronte alla casa di Reina, madre di Orlando Zapata Tamayo
  Guillermo Fariñas in terapia intensiva dopo 16 giorni di sciopero della fame
  Massimo Campo. L'universo della dissidenza
  Gordiano Lupi. Il giorno del ricordo di Orlando Zapata Tamayo
  Coco Fariñas in sciopero della fame e della sete
  Dissidente cubano in fin di vita
  Reinaldo Escobar. Il cadavere scomodo di Orlando Zapata
  Reazioni alla morte di Orlando Zapata Tamayo
  Yoani Sánchez. Orlando Zapata Tamayo: dall’anonimato al martirologio
  Ernesto Morales. La morte che mai dovrebbe essere
  I desideri proibiti di Yoani Sánchez
  Yoani: Anche per oggi non si viaggia
  Marianna Mascioletti. Cuba, atto terzo. La fabbrica degli eroi e il Nobel per la pace
  La missione delle Dame in Bianco: Lottare per la Libertà del popolo cubano
  Legislatori USA nominano le Damas de Blanco e Biscet per il Nobel della Pace
  Yoani Sánchez. Il mio ultimo briciolo di fede
  Gordiano Lupi. A Cuba segnali di fermento
  Cuba. Chaviano, da 13 anni in carcere, si iscrive al Partito Radicale
  ULC. Lettera alla Unione Europea dei cubani in esilio in Europa
  Liberiamo i prigionieri politici. Tuteliamo i diritti umani a Cuba
  Michele Minorita. L’associazione “Zone del silenzio” per conoscere la verità, per ottenere giustizia
  Il venerdì nero dei diritti umani
  A Cuba continua la repressione
  Cuba: Raydel Poey e Yasser Portuondo liberi
  Gordiano Lupi: “Sono stato minacciato”. Yoani Sánchez e gli stalinisti
  Pannella sulla manifestazione di radicali ieri a Cuba, e su altre iniziative di politica transnazionale
  Raúl rivolto a Fidel: "Cazzo, è un'infermiera! Non è un Dama in Bianco!"
  Yoani Sánchez. Il buon pastore
  Gordiano Lupi. Il Parlamento Europeo assegna il “Premio Sakharov” al dissidente cubano Guillermo Fariñas
  Oswaldo Payá Sardiñas. Forte repressione contro le 'Damas de Blanco'
  Gordiano Lupi. Il regime nega l’evidenza
  Gordiano Lupi. 'Peones' della dittatura
  A Cuba si vive un luglio rovente
  Democrazia cubana e modello statunitense
  Nuovo nome alle Dame in Bianco in memoria di Laura Pollán
  Pablo Pacheco Ávila. Voz tras las rejas. Dal Blog “Voce tra le sbarre”
  Cuba senza Castro. L'ottimo libro di Giorgio Ferrari
  Cuba. Repressione contro le Damas de Blanco
  Un rosso scolorito
  Cuba: Il 2012 inizia sotto il segno delle Damas de Blanco
  La verità su Cuba
  Preparativi per la visita del papa all'Avana
  Joel Rodriguez. Cuba: la Chiesa a 90 gradi
  Il mio vaso di Pandora contro l’intolleranza
  Sesta marcia delle Dame in bianco
  Atto di ripudio organizzato contro le Damas de Blanco
  Yoani Sánchez. Intimidazioni per chi manifesta per la libertà di parola
  Esuli cubani si incontrano con deputati del Parlamento europeo a Bruxelles
  La fine del venerdì nero con parole di speranza. Nuovo premio per Yoani
  Dissidenti cubani? Arrestati e condannati in base alla legge
  Carlos Carralero. «Con Fidel finita l'era del grande comunicatore; ora riforme!?»
  Un'altra poesia di Carlos Carralero. 3 – Zaherimiento (1989)
  Gordiano Lupi allo Speciale TG1 su Cuba. Domenica 23 alle ore 23
  Gordiano Lupi. Sul libro di Carlos Carralero uscito da Spirali
  Carlos Carralero. Il diritto d’asilo anche dei cubani
  La Questione Cubana. Il contributo della casa editrice Spirali e di TELLUSfolio
  Marcello Bussi. Franqui: La storia è una puttana
  Carlos Carralero. La poesia struggente di un esule cubano
  Carlos Carralero. Saturno e il gioco dei tempi
  Carlos Carralero. Circa l'attuale condizione di Cuba
  Carlos Carralero. Cinque “eroi” (terroristi) cubani negli Stati Uniti
  Carlos Carralero. Una Spia al Pentagono
  Altre poesie di Carlos Carralero. 2 – Metamorfosis; El circo
 
 
 
Commenti
Lascia un commentoLeggi i commenti [ 4 commenti ]
 
Indietro      Home Page
STRUMENTI
Versione stampabile
Gli articoli più letti
Invia questo articolo
INTERVENTI dei LETTORI
Un'area interamente dedicata agli interventi dei lettori
SONDAGGIO
TURCHIA NELL'UNIONE EUROPEA?

 70.7%
NO
 29.3%

  vota
  presentazione
  altri sondaggi
RICERCA nel SITO



Agende e Calendari

Archeologia e Storia

Attualità e temi sociali

Bambini e adolescenti

Bioarchitettura

CD / Musica

Cospirazionismo e misteri

Cucina e alimentazione

Discipline orientali

Esoterismo

Fate, Gnomi, Elfi, Folletti

I nostri Amici Animali

Letture

Maestri spirituali

Massaggi e Trattamenti

Migliorare se stessi

Paranormale

Patologie & Malattie

PNL

Psicologia

Religione

Rimedi Naturali

Scienza

Sessualità

Spiritualità

UFO

Vacanze Alternative

TELLUSfolio - Supplemento telematico quotidiano di Tellus
Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
Sede legale: Via Fontana, 11 - 23017 MORBEGNO - Tel. +39 0342 610861 - C.F./P.IVA 01022920142 - REA SO-77208 privacy policy