Notizie e commenti
Piazza Basilica e i mille violini suonati dal vento 
Sul concerto di Carmen Consoli a Tirano
14 Ottobre 2007
 

Giovedì 13 settembre. Tutto è pronto per l’atteso concerto di piazza Basilica, trasformata in una suggestiva sala d’ascolto per l’occasione. Il palco è vuoto. Improvvisamente appare una sposa, non è la Consoli, ma l’attrice che l’affianca nel suo tour: Simona Malato. La teatrante interpreta una sposa che ha perso la fede, nel doppio senso di anello e di credo. Una sposa sottoposta alla pressione del marito e della famiglia che la vorrebbero differente da ciò che lei è: una zoppa che non si vergogna di esserlo. E proprio per questo il matrimonio sfuma.

Ed ecco Carmen salire sul palco accompagnata dai suoi magistrali musicisti. La musica ha inizio; con canzoni importanti, soprattutto per quanto riguarda l’elaborazione dei testi: “Sulle rive di Morfeo”, “Fiori d’arancio”, “Matilde odiava i gatti”, “Il pendio dell’abbandono”, “Geisha”, “Sentivo l’odore”.

La Consoli è attenta, concentrata sulla voce e sulla propria chitarra, ed il pubblico la segue, assorto.

Torna la Malato, questa volta in veste di bambina con una bambola in braccio. Una bambola che si chiama Eva, come lei. Parla al giocattolo, a cui vuol dare una mela, che ha rubato, che non si può mangiare. È un monologo trascinante, concitato, formato da parole forti, scandite con rabbia e decisione. Eva bambina sputa il frutto in faccia a Eva bambola. Eva bambina non riesce più a reggersi in piedi e crolla, trasformandosi lei stessa in bambola. Torna la musica, con la Consoli che canta “Eva contro Eva”.

È l’ora di “Maria Catena”, della splendida “Questa notte una lucciola illumina la mia finestra” e di “Contessa Miseria”, spietato ritratto della decadenza moderna.

Riecco Simona Malato. Donna con una pancia dirompente: aspetta un figlio. Il figlio di un angelo. Maria, questo il nome della donna, aspetta da 60 settimane il lieto evento. La gente la schiva in quanto madre sola e, pertanto, portatrice di sventure.

Dal suo corpo non nascerà però nulla. La sua è una gravidanza isterica. È l’introduzione ideale per “Dolce attesa”, che narra di una situazione simile. Ora Carmen, dopo una canzone siciliana, non si risparmia più. Intona infatti i brani più attesi dal pubblico (duemila presenti circa): “Fino all’ultimo”, “Per niente stanca”, “Parole di burro” (in una versione acustica strepitosa: solo voce e chitarra), “In bianco e nero”, “Venere”, e “Ultimo bacio” (colonna sonora dell’omonimo film). L’ultima canzone è di nuovo in siciliano: “Malarazza”.

La Cantantessa si è dimostrata all’altezza delle aspettative, proponendo uno spettacolo completo ed intenso. Agile dal punto di vista vocale, aggraziata nel destreggiarsi fra voce piena ed acuti graffianti non ha certo deluso per quanto riguarda la tenuta di scena: sensuale e discreta ma, al contempo, sicura e irruente. Valente.

Non può essere che soddisfatto il presidente di Aemt Promo, Giacomo Della Vedova: «Siamo contenti di come è andata la serata, sia dal punto di vista artistico che organizzativo. La nostra piazza si è ancora dimostrata location ideale per eventi di questo genere, e ci inorgoglisce sapere che anche la Consoli si è rivelata di questo avviso. Ringrazio tutti i partners che, con il loro generoso contributo, ci hanno consentito la realizzazione dell’evento. Rimane il rammarico di aver constatato che non tutti i tiranesi sono stati in grado di apprezzare e sfruttare l’opportunità di avere a pochi passi un’artista di questo spessore, e, consentitemelo, a un prezzo davvero vantaggioso».

 

Jonata Della Vedova

(da Tirano & dintorni, ottobre 2007)


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