Usciamo dall’inverno
Come viandanti dal bosco,
Con un resto del suo buio,
Silenziosamente avvilito.
Stiamo fermi sul viale
E guardiamo attoniti:
Ha lasciato ferite a tutti
E non ha avuto pietà di noi.
Ci crescono addosso le sciarpe
E i berretti dai capelli,
E un’aura di raffreddore
Sotto i nostri nasi.
Dalla grigia Chocloma.
Dalla bluastra Gzela,
Siamo usciti dall’inverno.
Siamo a marzo. Non è forse vero?
Sotto un rublo di sole,
Senza fondo e senza casa
Siamo in una giornata di limone
E non ricordiamo nulla.
Ecco, è venuto il turno
Di slacciare i bottoni,
Fermandosi a quattro,
Di tagliare il cordone ombelicale.
E di buttar fuori nella neve
Le foglie dei cavoli,
E di affrettarsi verso Primavera
Con l’ultimo maglioncino,
E di addormentarsi in macchina
Sul sedile, come in un letto.
… L’autista, come una madre,
Accende il riscaldamento ...
Trad. Mauro Martini