Il Comune del capoluogo rigetta la mozione della minoranza: “Con 18 voti contrari della maggioranza si è persa l’occasione di un passo verso la pace giusta”
È dell’ANPI la proposta rivolta da mesi ai consigli comunali italiani affinché approvino il riconoscimento dello Stato di Palestina. Si tratta di un’azione che mira a riportare sotto l’attenzione del consesso umano l’impunita inosservanza della risoluzione ONU 181, del lontano 1947, quella che istituiva i due Stati, israeliano e palestinese e che, come il mondo dovrebbe sapere ma spesso pare dimenticare, ha portato solo alla realizzazione del primo, lasciando di fatto senza Terra né diritti il popolo palestinese.
Popolo palestinese che è popolo semita, come ha ribadito Simone Del Curto nella premessa alla lettura della mozione presentata dal suo gruppo Futuro Insieme e da Sinistra per Sondrio (primi firmatari lui e il consigliere Alberto Maspero di Sinistra per Sondrio, firmatari altri consiglieri di minoranza), durante il Consiglio comunale tenutosi a Sondrio il 28 febbraio scorso; questo a scanso di fraintendimenti funzionali alle accuse di antisemitismo, spesso lanciate a chi si prodiga affinché i diritti dei Palestinesi vengano rispettati…
La mozione letta si è subito distinta per i toni oggettivi di rimando a statistiche accettate a livello internazionale, sull’attuale situazione in Medioriente. Partendo dunque dal doveroso riconoscimento dell’attacco di Hamas del 7 ottobre, la mozione si interroga sulla necessità di non voltare le spalle alle drammatiche conseguenze della guerra dichiarata da Israele a Gaza, che ha portato a una escalation con l’esito finora di più di 70.000 morti, il 60% - almeno - costituito da donne, bambini e anziani, in nome di una generica azione contro i terroristi.
Si richiama, inoltre, l’autorevole rivista scientifica The Lancet, nel cui rapporto in merito si evidenzia che il numero di morti accertato è sottostimato rispetto a quanto dichiarato dal Ministero della Sanità di Hamas e viene sottolineata anche la doverosa aggiunta di morti per effetti indiretti (ferite infette e fame…) che fa arrivare il computo ben al di sopra degli 80.000 morti, tra cui un alto numero di giornalisti e personale sanitario…
A supporto della fragile tregua, considerando come lo stop alla guerra sia sempre partito dal basso, dalla gente - ha esposto Del Curto - ci siamo sentiti di accogliere la proposta dell’Anpi, sperando di dare un segno di discontinuità con quanto deciso lo scorso 19 febbraio al Senato italiano, che non ha accolto la mozione del M5S per il riconoscimento dello Stato di Palestina, e di ribadire invece quanto anche dei piccoli comuni del nostro Paese, unendosi ad altri simili, come pure ai grandi capoluoghi (vedi Venezia, Napoli, Firenze, Ravenna…) e ai primi Stati firmatari nella UE come Spagna, Slovenia, Irlanda e Norvegia possano adempire al loro ruolo di stimolo e guida per i cittadini, con un gesto che è pura e semplice adesione alla Dichiarazione dei Diritti Umani che vede come inviolabile il diritto di ogni uomo ad avere salvaguardata la propria libertà nei suoi capisaldi imprescindibili. Uno dei quali è certamente rappresentato dal diritto di avere uno Stato in cui vivere e una cittadinanza.
La mozione ha ricevuto il plauso delle minoranze, compatte nell’evidenziarne il tono non ideologico bensì abitato dal desiderio di fare un seppur piccolo passo verso il mantenimento di una fragile tregua, cercando di porre le basi per una pace duratura quanto giusta.
Nonostante le premesse, la mozione ha ricevuto il no altrettanto coeso della maggioranza: sui 27 votanti ci sono stati 9 favorevoli e 18 contrari.
Particolarmente acceso è stato il confronto dopo il primo intervento in discussione, con l’esposizione del consigliere Giuseppe Della Cagnoletta (per la Lega), il quale con veemenza si è detto contrario, con tutto il suo gruppo, ad un’azione a suo dire dannosa come sarebbe il riconoscimento della Palestina.
Come? Riconoscere uno Stato che poi andrebbe in mano ai terroristi di Hamas?
Questa, in sostanza l’obiezione avanzata, ma la scrivente non può omettere - per onor di cronaca - i modi veramente propagandistici scelti dal consigliere, il suo riepilogo storico su cui ci sarebbe da eccepire molto, l’avvalersi di un elenco di brutture perpetrate da Hamas (non importa se alcune di quelle citate “ad effetto” siano accertate fake news di cui i media della prima ora dovettero anche scusarsi…), la volontaria rimozione di tutte le brutture perpetrate invece da Israele, nella sua sproporzionata reazione.
Un intervento definito assurdo, radicalizzato in posizioni inascoltabili, a detta del consigliere Alessandro Spolini (Sondrio Democratica), intervenuto in risposta a Della Cagnoletta: Lei ha, a quanto pare, idee chiarissime in proposito. Peccato siano idee agghiaccianti e non abbiano colto lo spirito della mozione di Del Curto, in cui non c’era nessuna intenzione di stabilire chi abbia ragione e chi no; nessun proposito di definire chi sia il buono e chi il cattivo… ma di ribadire che la guerra non sia la soluzione e che si possa fare un primo passo verso una pace possibile. Ma lei crede evidentemente che i morti civili israeliani valgano di più di quelli palestinesi!
Anche gli interventi successivi di Michele Iannotti e Roberta Songini (PD), di Giocondo Cerri e Rita Dioli (Futuro Insieme) e di Alberto Maspero sono andati in questo senso: ribadire l’opportunità di far sentire la voce di quella parte di umanità che riconosce a tutti i popoli uguali diritti tramite quest’importante passo verso lo Stato di Palestina e insieme sottolinearne l’urgenza, dopo più di 70 anni di occupazione (come da affermazione di Maspero) e con lo spettro di una soluzione ideata e gestita da Trump con Netanyahu che vorrebbe lo sfollamento di 2 milioni di persone da Gaza, l’abbandono della Cisgiordania all’Idf e ai coloni e, si veda quanto asserito da Nissim Vaturi vicepresidente del parlamento israeliano, l’auspicata uccisione degli adulti palestinesi dopo averli separati dalla donne e dai bambini… (dall’intervento di Cerri).
Come non soffermarsi a riflettere su questi orrori?
I consiglieri Barbara Dell’Erba (Sondrio per Sondrio) e Dario Ruttico (Forza Italia) si sono succeduti coi loro interventi, in linea con Della Cagnoletta, seppur più pacati: rigetto della mozione, per inopportunità della causa, perché si andrebbe a depotenziare il percorso di pace (Ruttico), perché non ci si può sedere al tavolo delle trattative con dei terroristi (Dell’Erba)…
Gli astanti attendevano con interesse l’intervento, con le intenzioni di voto, del Sindaco Scaramellini, che è giunto a concludere le quasi due ore di discussione: È difficile per me intervenire dopo che i toni si sono così alzati, cosa di cui mi dispiaccio: una contrapposizione che non aiuta - ha esordito. - Io non ho un’idea chiara, una soluzione semplice credo non ci sia per la questione mediorientale. Tengo a precisare che nessuno qui è a favore della guerra, che nessuno qui pensa che i morti di una parte contino più di quelli dell’altra, che le due narrazioni israeliana e palestinese resaci dai media in questi mesi evidenziano consapevolmente solo le mancanze dell’altro. Detto questo, non siamo sciocchi: quello che ha presentato la minoranza non è un documento trasversale, ma un documento politico che rispettiamo, sì, ma che è un manifesto. Dopo aver discusso con tutto il gruppo, questo Consiglio e questo Sindaco decidono di continuare a fare quello per cui son stati eletti: amministrare la città, prendendo gli impegni che si possono prendere, non quelli attenenti tematiche che richiedono riflessioni notevoli, massima coesione e che sono veramente al di sopra del nostro potere d’azione.
Così si è conclusa la discussione sulla mozione per la Palestina. Persa la possibilità di dare un segnale, Comune dopo Comune, al Governo perché venga dato seguito al Diritto internazionale; persa l’opportunità auspicata da Songini di distinguerci come uno dei comuni italiani che -fra 100/200? anni- avrebbero potuto ricevere il plauso di chi si interrogherà sul perché moltitudini di esseri umani si siano girate dall’altra al grido di un popolo vessato.
Si è persa la possibilità di rivelarsi umani e non manipolabili da chi avvelena la comunicazione con notizie false, col mancato studio approfondito delle cause che portano a date conseguenze, con la sabbia negli occhi della cieca adesione alla propria linea di partito.
Concludo questa cronaca ricordando ben altro modo di agire sul piano sociale: l’accorato appello a firma di 220 intellettuali ebrei che dicono “non in mio nome”. Non si proceda col piano di espulsione dei Palestinesi da Gaza, con gli attacchi e le occupazioni in Cisgiordania, con la pulizia etnica. Che l’Italia non sia complice.
In nome di tutti quanti abbiano a cuore la giustizia e il diritto internazionale.
Annagloria Del Piano