Prodotti e confezioni [08-20]
In libreria/ La Costituzione in filastrocche 
Il bel lavoro di Massimo Montanari e Antonella Battilani
13 Gennaio 2012
   

Dietro ogni articolo della Costituzione, o giovani, voi dovete vedere giovani come voi che hanno dato la vita perché la libertà e la giustizia potessero essere scritte su questa Carta, Pietro Calamandrei.

 

 

Gli asini: belli, lenti, divertenti, intelligenti e capaci di introdurci nella bellezza dell'ambiente. Parole e concetto espressi da Massimo Montanari e condivisi da chi scrive.

Massimo Montanari, emiliano, è una guida ambientale escursionista che da anni accompagna bambini e gruppi scolastici nella natura, in nuovi territori e luoghi da esplorare, insieme con i suoi tredici asini e, sovente, ceste colme di libri. Perché i libri sono come gli asini: belli, lenti, divertenti, intelligenti e capaci di introdurci nella bellezza della fantasia.

Montanari è un esperto di asini, con loro fa onoterapia, coadiuvante terapeutico nei confronti di svariate sindromi, e scrive. Come si può constatare, si è inventato un incredibile modus vivendi, una particolare liaison fra cultura e mondo naturale. Cultura della natura. La vera natura della cultura.

Una delle sue ultime creazioni letterarie, dopo vari libri di filastrocche, è La Costituzione... che soddisfazione! (disegni di Antonella Battilani, Incontri Editrice), un racconto in versi e attraverso il gioco delle rime degli articoli salienti della Costituzione della Repubblica Italiana.

Art. 1. L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.

Giusto. Anzi giustissimo. Anche se oggi fra teoria e prassi c'è di mezzo un mare, lo scarto con la realtà è molto pesante: si è in acuta, quando non atroce, sofferenza, fra precarietà, sfruttamento e disoccupazione, fra diritti sempre più limati e prospettive non luminose. «Il lavoro è il frutto della fatica quotidiana/ ed è il fondamento della Repubblica Italiana.// Lo dice il contadino e anche l'artigiano/ che portano il sudore sul palmo della mano,// dal muratore al fabbro, dall'operaio all'ingegnere,/ è giusto che ognuno abbia il suo mestiere.// Ogni lavoro infatti deve essere rispettato,/ a questo proprio serve la legge dello Stato.// L'Italia è una Repubblica fondata sul lavoro.../ sperando che ciascuno lo faccia con decoro».

Il popolo è anche sovrano. Ricordiamocelo, senza voler fare facile e strumentale demagogia.

Art. 2. La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.

Art. 3. Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

Ecco, qui mi pare che non ci siamo più tanto se raffrontiamo questo magnifico dettato alla realtà quotidiana che ci travaglia.

«L'articolo Tre racconta grandi verità/ dice che è importante la propria dignità.// Pensare alle persone per quello che sono,/ tutti sulla sedia, nessuno mai sul trono».

Art. 4. La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.

Altro ecco.

«Di sicuro il lavoro è una cosa necessaria,/ per non aver la pancia piena solo d'aria.// Per poter vivere ogni giorno e ogni età,/ con il pane in bocca e con dignità./ […] chi non ha lavoro, ha un problema grosso,/ il semaforo della vita per lui è sempre rosso!»

Saltiamo all'Art. 9, quello della tutela del paesaggio e promozione della cultura e ricerca scientifica. Pare che lo scempio ambientale forsennatamente effettuato negli ultimi decenni, unito alla selvaggia speculazione edilizia, con catastrofiche colate di cemento, abbia contribuito a depauperare il Bel Paese di bellezza e a costruire gravi emergenze: consultare, in merito, il capitolo alluvioni. Inoltre la fuga dei cervelli all'estero e il taglio delle risorse a scuola, istruzione e cultura sembrano palesemente in contraddizione con il perfetto contenuto dell'Articolo 9.

«L'articolo Nove ci dice con premura/ di aiutar la scienza e promuovere la cultura.// Di lavorare insomma al bisogno di sapere,/ di aiutare il progresso a fare il suo dovere.// Ci ricorda anche di difendere il paesaggio,/ di vigilare attenti, contro l'arrembaggio.// Lottare perché il nostro un Bel Paese lo rimanga,/ vigilare contro chi lo deturpa, rompe e infanga,/ per un territorio che di sicuro è il più bello,/ chi non lo rispetta certo non ha cervello».

Art. 10. Norme di tutela degli stranieri.

«In un mondo dove tutti siamo cittadini/ è arrivato il momento di abbattere i confini,/ se qualcuno scappa dal paese da cui viene,/ scappa per lasciare là le proprie pene.// Sarebbe davvero una beffa molto atroce/ far sì che non possa urlar la propria voce.// La nostra Costituzione dà il diritto all'asilo/ che non è una scuola, ma un prezioso filo// che tiene ancorato allo Stato italiano/ la persona che è arrivata da lontano...».

Art. 11. L'Italia ripudia la guerra.

Per l'appunto. Quindi che ci facciamo con tutti quei cacciabombardieri che dovrebbero arrivare, oltre tutto con un costo spropositato e abnorme?

«Speriamo per davvero che ogni governante/ si ricordi sempre di questo articolo importante/ […] E i soldi risparmiati per guerre e cattiverie,/ potrebbero risolvere dolori e miserie».

Art. 13. La libertà personale è inviolabile.

«La Costituzione della Repubblica difende/ i principi sani che la Libertà pretende,// così come non si possono fermare le maree/ non è certo possibile arginare le proprie idee».

Art. 17. Diritto a riunirsi pacificamente.

Ancora ci duole il ricordo del G8 di Genova.

«Quando nel paese c'è qualcosa che non va,/ i cittadini possono dirlo in tutta libertà.// Possono manifestare in piazza o in altro luogo e dire con la voce tutto il loro sfogo,// alzare in alto le bandiere e poi manifestare/ e quando è necessario anche scioperare».

Art. 21. Tutti hanno il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.

«Confrontarsi coi pareri e dir che ne pensiamo,/ fare uscire dalla bocca le parole in cui crediamo,/ non c'è democrazia laddove c'è censura,/ è la regola assoluta, altrimenti è dittatura».

Art. 32. La Repubblica tutela la salute.

Art. 34. Diritto allo studio.

«Apprendere e studiare lo posson fare tutti/ l'uguaglianza nel sapere dà sempre buoni frutti.// Dovere dello Stato è fornire gli strumenti/ sia ai professori che agli studenti».

Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche, etc. etc.

Un libro delizioso e istruttivo, semplice e profondo, scritto con misura, sentimento ed essenzialità, che richiama a doveri e diritti, e richiama tutti: cittadini e coloro preposti al governo e alla gestione della cosa pubblica, alla funzione di legiferare e agire con onestà per lo sviluppo della nazione. Funzione per cui sono stati eletti (anche se al momento abbiamo più un Parlamento di nominati...) e nel cui operare si deve rendere conto al popolo (sovrano).

Massimo Montanari è un vulcano di idee: dalla biblioteca viaggiante a dorso d'asino, il progetto Asino chi legge, ai racconti nella stalla in compagnia degli asini o in una tenda pellerossa, lo spettro delle sue attività e ampio e sempre originale (info: www.aria-aperta.it).

Questo ultimo volume di filastrocche sulla Costituzione è utile quant'altri mai, godibile, dolce come una delle tante ciliegine candite sulla torta che Montanari sa cucinare con gli ingredienti della fantasia, della passione civica e dell'amore per la cultura e la natura, di cui gli asini sono una delle espressioni più lente, belle, divertenti, intelligenti. Imparassero a esser così anche gli esseri umani!

 

Alberto Figliolia


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