Diario di bordo
Miriam Della Croce. La festa di Halloween e quella del Diavolo
31 Ottobre 2009
 

La festa di Halloween non piace alla Chiesa. Vescovi e cardinali e semplici preti l'hanno definita evento insensato, festa dell'ignoranza e della superstizione, una porta aperta all'occultismo, ecc. Ma il colmo lo raggiunse padre Gabriele Amorth (foto), esorcista della Santa Sede, quando a proposito della festa in Italia, affermò: «Penso che la società italiana stia perdendo il senno e il senso della vita, l’uso della ragione e sia sempre più malata». Il bue chiamava cornuto l'asino! Gli esorcismi, infatti, non si basano certo sulla ragione e sul buon senso, giacché non solo non hanno ragione d’essere, ma sono sempre rivolti ad un diavolo fasullo; una sorta di spiritello dispettoso, che si diverte ad entrare nel corpo di qualche ragazza, magari bella (di solito si tratta di donne, giacché nell’immaginario popolare, e in quello degli esorcisti, il diavolo è maschio e spesso è anche fornito di zampe e di coda), facendola dimenare e strillare; ed alle volte ne esce, ma solo se gli viene ordinato in nome di Cristo, reiteratamente e perentoriamente dal bravo esorcista, munito di medagliette, crocifisso, e dell’indispensabile acqua santa. È accertato, infatti, che il diavolo in mancanza dell’acqua santa non ci pensi proprio a sloggiare.

Eppure, secondo logica, l’occupazione del diavolo, spirito terribilmente cattivo che avrebbe osato ribellarsi a Dio, dovrebbe essere quella di spingere gli uomini a compiere azioni orrende, quali stragi d’innocenti, genocidi, violenze, stupri, sfruttamento dei deboli, ecc., e sarebbe più giusto quindi che gli esorcisti, giacché ritengono che le loro arti funzionino anche a distanza, si adoperassero magari per allontanare l’influsso del maligno da uomini veramente perversi, dai mercanti d’armi, ad esempio, e dagli appassionati della guerra. Ma è anche logico pensare che dell’esorcista si possa fare tranquillamente a meno, giacché per implorare l’intervento di Dio contro Satana, dovrebbero bastare le preghiere di un semplice sacerdote, o di un semplice fedele.

 

Miriam Della Croce


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