Itaca
Bevilacqua e Osti. Cercare casa a Ulan-Bator (parte prima)
27 Settembre 2009
 

Cercare casa a Ulan-Bator

(parte prima)

 

 

Le dita dei piedi modellate

nelle infradito nero carbone

perfetto lungo le caviglie il caldo

muove l'ansia del felino voyeur,

risale la pelle senza guardarla

ora il petto slanciato, il collo asciutto

su lungo le braccia che stridono

oltre le dita sbilenche e smaltate.

Il viso le scivola stanco sul busto

ogni volta la morsa di un ciao

e il corpo nel caldo si squama

prosciuga la vena della parola.

Massimo Bevilacqua

 

 

Con ogni probabilità dentro s’intreccia come una cesta in vimini; oppure, proprio in onore di lei che lì amava, risonante di una parata di odori: cannella, acquaragia, ibisco…

Ma fuori com’è difficile penetrare la sua grigia appartenenza, il pesante drappeggio che le fa da cornice; bisognerebbe guardarla col favore di una luce sghemba, filtrata dalle nuvole su una pellicola d’osso: la casa rimasta incompiuta, per un figlio degenere.

Francesco Osti



Materiali per la manutenzione. –Vanessa Da Mata, brano “Quen irá nos proteger”. –The Cure, brano “Lovecats”.


(1. continua)


(da 'l Gazetin, settembre 2008)

 


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