Vorrei provar a descrivervi questa idea: Dio come il Gran Giocattolaio.

Ci ha fatti per esplosione d’Amore, certo!

E dove trionfa l’Amore se non nei bambini piccoli?

Ho in mente Woytila in mezzo a loro che parlavano liberi con lui. O papa Giovanni che ci commosse tutti con l’ invito a portare una carezza ai bimbi nel discorso alla luna.

Per questo motivo Gesù ci ha detto che il Paradiso è aperto solo a chi è come loro!

Giochiamo!

Gesù Bambino è l’immagine di Dio più strepitosa: il Tutto che trabocca d’Amore nel Creato ed ancor più il Potentissimo che diventa la sua creatura venuta ad immolarsi per far capire agli altri creati quanto Lui li ami!

Il gioco a volte è dolorosissimo al punto che si alza un muro di non gioco; la vita sembra dissacrata e vilipesa se raccontata così e questo è proprio il momento in cui giocano i duri, o gli illuminati, quei pochi che hanno conquistato la serenità dello Spirito lasciandosi vincere completamente da Lui.

Pian piano Gesù, il Vivente, mi ha conquistato all’idea che in un primo tempo avevo espresso in modo distratto. Mi è perdurata quando ho visto la reazione divertita del mio amico Pianca e l’ho osservata più volte nei fatti che via via mi accadevano e non descrivo qui per non sembrare irriverente alle altre persone coinvolte.

La Resurrezione dopo la morte è il più bel gioco fatto, che non immiserisce i dolori attraversati ma dà senso ad ogni dolore. Credo ad esempio che la gioia provata dalla Madonna dopo milleduecentosessanta giorni di deserto senza di lui possa configurare anche la sua vicenda come un gioco terribile del suo bimbo.

La prontezza di spirito è l’atteggiamento che tutti noi apprezziamo di più in una persona che affronta i fatti imprevisti nel modo migliore: è più difficile attribuire il merito allo Spirito o all’uomo?

Sabato scorso, Padre Cantalamessa era in mezzo a tante giovani monache spagnole che cantavano felici travolte dalla gioia. Non è un gioco bellissimo la vita, che solo il Gran Giocattolaio poteva inventare?

Carlo Forin