È morta Pina Bausch. Sessantotto anni. I gesti invisibili della quotidianità media, quelli che secondo Heidegger sarebbero scadenti e inautentici, portati ad uno stato di espressività assoluta. Alzare il capo interrogativamente, ripararsi gli occhi dalla luce con un gesto istintivo per guardare lontano. Gli automatismi della quotidianità media rivelati come riserve inesauribili di senso, di vita umana, di vita umana spirituale. La morte di Pina Bausch mi è insopportabile. Che cosa ho perso? La possibilità di poterla vedere ancora una volta e poi un’altra ancora, fino alla fine. (mb)
Repubblica