Carcere e carenza di soldi. Interrogazione 
Lo Stato regala soldi a Telecom per non usare i braccialetti elettronici? E le pene alternative al carcere?
23 Agosto 2009
 

Il sistema penitenziario è al collasso, ha raggiunto i 64 mila detenuti con un esubero di 20 mila rispetto alla capienza degli istituti penitenziari. Le visite ispettive di questi giorni, grazie all'iniziativa di Radicali Italiani “Ferragosto in carcere”, hanno scoperchiato un pentolone in ebollizione che rischia anche di esplodere. Il Governo, con il piano del ministro della Giustizia, Angiolino Alfano, risponde solo con la costruzione di nuove carceri e l'ampliamento di alcune già esistenti. Ma, non solo avrà bisogno di anni, ma anche di trovare le risorse finanziarie perché non restino parole al vento. Nel frattempo, per i detenuti è sempre più difficile accedere alle misure alternative per scontare le condanne, mentre aumentano i reati e le aggravanti di pene.

Proprio oggi 20 agosto Donato Capece, segretario SAPPE, parlando a Radio CNR, ha reso noto che: «Lo Stato, il Ministero dell'Interno, paga sei milioni di euro l'anno, anche quest'anno, per il nolo dei braccialetti elettronici per i detenuti che non vengono utilizzati. Si sono dimostrati inefficaci, e oggi la loro tecnologia è obsoleta. Sono tenuti in una stanza blindata al Viminale. Purtroppo il contratto firmato con la Telecom nel 2001 obbliga lo Stato a pagare e non solo, c'è anche una clausola che obbliga lo Stato a non poter usare altre apparecchiature fino al 2011. E intanto il Ministero paga 6 milioni di euro l'anno».(1)

Per questo motivo, con il senatore Marco Perduca, ho rivolto un'interrogazione ai ministri della Giustizia e dell'Interno per sapere:

- se il ministero intenda rendere pubblico questo contratto con Telecom Italia;

- quali misure intende prendere per rendere praticabili le misure alternative.


Donatella Poretti



(1) www.aduc.it/dyn/tlc/noti.php?id=269592



Qui il testo integrale dell'interrogazione


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