Iran: droga e pena di morte. Grazie alla collaborazione dell'Italia?
05 Agosto 2009
 

È di oggi la notizia che l'Iran ha 'festeggiato' l'insediamento di Ahmadinejad con l'impiccagione di 24 spacciatori di sostanze stupefacenti. L'impiccagione di massa, secondo quanto riportato dall'organizzazione per i diritti umani che ne ha per prima data notizia, sarebbe avvenuta lo scorso 31 luglio in un carcere.(1) L'Iran è il secondo Paese al mondo per numero di esecuzioni capitali (dopo Cina e prima di Arabia Saudita).(2)

Ciò che sconcerta non è solo l'uso massiccio di questo incivile e disumano strumento di 'giustizia', o le notoriamente scarse garanzie di difesa degli imputati, ma il fatto che l'Italia abbia contribuito a questo scempio. Nonostante si autodefinisca leader mondiale contro la pena capitale e prima promotrice della moratoria internazionale dell'Onu, ha aiutato la Repubblica islamica dell'Iran a condannare i propri cittadini -anche minorenni- a morte. Il tutto nel nome della guerra alla droga.

Lo scorso anno avevo denunciato il ruolo dell'Italia nell'addestramento dei cani antidroga e delle unità cinofile iraniane. Il cane antidroga è strumento utilizzato appunto nell'individuazione del possesso e dello smercio di sostanze stupefacenti, reato punito in Iran con la pena di morte. Se ne deduce che lo Stato italiano sta attualmente fornendo un prezioso strumento di individuazione e formazione di prove utilizzate per l'impiccagione di centinaia di cittadini iraniani.

Per questo, insieme al senatore Marco Perduca, avevo rivolto una interrogazione ai ministri della Difesa e degli Affari Esteri, ignorata ad oggi dai ministeri competenti, per sapere:

- se il Governo ritenga compatibile con l'articolo 27 della Costituzione e con la moratoria internazionale contro la pena di morte, la fornitura di strumenti essenziali per l'individuazione di reati perseguiti con la pena di morte in Iran;

- quali sono i Paesi a cui le forze dell'ordine italiane hanno fornito strumenti atti all'individuazione di reati perseguiti con la pena di morte, come l'addestramento di unità cinofile antidroga;

- se il Governo non ritenga opportuno fornire copia dell'accordo firmato con Teheran.


Donatella Poretti



(1) Cfr. notizia Aduc.

(2) Qui il rapporto di Nessuno Tocchi Caino sulla pena di morte in Iran.


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