Purtroppo è così e lo ha dichiarato in un’intervista a IlSole24Ore – Centro Nord Gaia Checcucci (foto) segretario generale dell’Autorità di Bacino messa al vertice di questo ufficio dal ministro Altero Matteoli di A.N.-Pdl a cui lei appartiene, d’accordo con il Presidente della Regione Toscana Claudio Martini.
Ma perché da quasi mezzo secolo non si è fatto nulla per mettere a riparo Firenze e quelle parti della Toscana interessate al fiume, dalle inondazioni dell’Arno?
Il problema sembra sia dovuto al fatto che dal 1989, già dopo 23 anni da quel tragico evento che fece rabbrividire il mondo intero, da quando è stata istituita l’Autorità di bacino non si è fatto praticamente nulla se non studi su studi. Le opere previste hanno trovato resistenze nei cittadini che dovevano accettare soluzioni vicino casa loro ai problemi dell’Arno come le casse di espansione alla fin fine destinate alla salvezza di Firenze. Solo nel 2005 sono stati individuati 27 interventi prioritari. La dr.ssa Checcucci dice che è impossibile fare qualcosa per evitare a Firenze un possibile nuovo allagamento, per cui si cerca solo di «gestire il rischio» visto che «non è eliminabile» del tutto. Si pensi che, si dovessero fare tutte le opere necessarie per salvare Firenze e buona parte della Toscana, si dovrebbero fare un’enormità di opere per una spesa di circa 2,5 miliardi di euro. Invece sono stati ipotizzati 269 milioni per fare interventi più necessari e urgenti. Di fatto però di milioni disponibili ce ne sono solo 90 e sono già impegnati all’80%. L’Arno potrà fare meno paura ai fiorentini e a molti altri toscani solo dal 2020 perché la trafila degli incarichi e de lavori è lunga, laborioso e bloccata nelle maglie della burocrazia: l’Autorità di Bacino cioè la Checcacci coordina gli interventi mente la Regione ha la competenza e delega alle Province e queste i Comuni. E poi ci sono le gare per affidare i lavori previsti. Entro l’anno avremo il Distretto idrogeologico come vogliono la direttiva europea.
Ora mi domando cosa abbia fatto la Regione, la Provincia e il Comune di Firenze da quel lontanissimo 1966, ma ancora vicinissimo per il timore che ciò possa riaccadere.
Come si è potuto aspettare così tanto tempo senza fare quei lavori necessari, urgenti e che sono in programma solo dal 2005 e che finiranno tra 11 anni!
È una vera e propria vergogna! E poi ci si lamenta se piove troppo, se l’Arno è pericoloso e così via. Dovremmo invece chiedere ai nostri politici locali e non solo come una “regione rossa” come la Toscana abbia potuto trascurare la seconda emergenza naturale dell’Italia (dopo il Vesuvio).
Piero Cappelli