Il giovane talento di Bussolengo sforna un album delizioso e ricco di umori attorniandosi di nove validissimi musicisti pescati tra nomi noti e meno noti del panorama italiano. Riuscitissima la scelta delle composizioni altrui, attingendo a booklet sia storici sia più recenti, e completata con un pugno di brani originali che reggono benissimo il confronto. Musica che attinge a più fonti e che riesce a miscelare le diverse ispirazioni con gusto, qualità e arrangiamenti spettacolari. La componente più strettamente jazzistica si amalgama alla perfezione con afflati bandistici e popolari, ed i solisti colorano con splendide performances i diversi pezzi. Un risultato complessivo così solido e spettacolare che premia un gruppo che fonda la propria modernità basata sulla perfetta conoscenza della tradizione. Si passa quindi dal funk aggressivo, intelligente e divertito (“Little Slide Funk”, “Jamaica Tomboy”) alle ambientazioni deliziosamente retrò (“New Orleans”), senza dimenticare quella perla rilucente di bellezza scritta da Lester Bowie e dedicata a Mingus (“Charlie M”). La chitarra elettrica dalle note lunghe e strappate (Enrico Terragnoli) lascia spazio alla malinconica poesia della fisarmonica (Titti Castrini), i fiati imperversano (Flavio Sigurtà, Daniele D'Agaro, Dan Kinzelmann), Gallo e De Rossi si confermano sezione ritmica folgorante, e perfino uno strumento elettronico particolare come il theremin (Vincenzo Vasi) si incasella naturalmente negli arrangiamenti di Ottolini. Colonna sonora delle mie vacanze, l'album è a mio parere il migliore italiano di questa prima metà del 2009. Lester Bowie dal paradiso dei jazzisti non può che strizzare l'occhio a questa meravigliosa brass band che con garbo e intelligenza riprende i fasti e le vestigia della indimenticabile Brass Fantasy.
Roberto Dell'Ava
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