Procreazione assistita e sottosegretaria Roccella. Suburra di regime 
Commissioni di amici e regole “à la carte”
18 Luglio 2009
 

La sottosegretaria all'Etica Eugenia Roccella prosegue senza pudore nell'opera di mistificazione della realtà e dello stracciare le regole che non soddisfano i suoi personali principi, e lo fa con modi incompatibili con quelli delle democrazie. Il Governo per primo, come tutte le istituzioni, dovrebbe dare l'esempio che la legge si rispetta.

Esiste la legge 40/2004 -quella sulla procreazione medicalmente assistita- che pur essendo praticamente su misura per chi la vuole vietare e ostacolare (invece che su misura per i cittadini che la dovrebbero usare), lascia un paio di punti scoperti, piccole fessure nel muro dei divieti.

Una riguarda gli embrioni prodotti prima dell'entrata in vigore della legge stessa, e in particolare quelli cosiddetti orfani che in base ad un decreto ministeriale dell'agosto 2004 dopo un censimento dovevano finire alla biobanca di Milano, dove in realtà sono arrivati solo i soldi per allestirla. La responsabile del registro nazionale per la legge 40, del censimento e del trasferimento degli embrioni orfani è Giulia Scaravelli.

Dopo l'entrata in vigore della legge 40 -se non in casi eccezionali e in quanto tali trattati- nel nostro Paese non si sarebbero più avuti embrioni sovrannumerari. Quest'anno arriva, preannunciata da sentenze di Tribunali ordinari, la seconda fessura: la sentenza della Corte Costituzionale che apre alla diagnosi preimpianto, e quindi si prevede che potranno venire a crearsi embrioni sovrannumerari.

Alla sottosegretaria non piace nulla di tutto ciò e, in spregio alla separazione dei poteri e alla necessità che il Governo applichi le leggi, affronta di petto le due fessure: gli embrioni orfani non andranno a Milano, la sentenza della Consulta pur essendo da subito applicativa deve essere limitata nei suoi effetti. E crea una commissione composta da soli “amici”, monocolore con questo compito.

Avrebbe potuto chiedere una consulenza esterna a Scienza e Vita e forse si sarebbe risparmiato. Che senso avrebbe infatti escludere dalla commissione che si occupa degli embrioni, la responsabile del registro della legge 40 e anche del censimento, prof. Giulia Scaravelli?

Mentre la sottosegretaria finge di stupirsi che giornalisti e parlamentari con atti di sindacato ispettivo chiedano conto dei criteri utilizzati per le nomine, potrebbe dignitosamente uscirne assumendosene la responsabilità politica, dichiarando fini ed obbiettivi e su questa base sottoporre il suo programma a valutazioni politiche e scientifiche. Non lo fa, quindi è solo un'operazione da sottopotere e da suburra di regime.


Donatella Poretti


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