Il campionato italiano di basket da poco concluso, l'87° di una storia cominciata nel 1920 con l'affermazione della SEF Costanza Milano, si è concluso con la vittoria schiacciante della Mens Sana Siena, sponsorizzata Montepaschi. Un club storico facente capo a una società fondata nel 1871, quando, per intenderci, Roma divenne capitale del Regno d'Italia e a Parigi si era vissuta la romantica e splendida avventura della Comune. Certo il basket doveva ancora arrivare – sarebbe stato fondato nel 1891 da James Naismith, professore canadese di stanza negli States –, ma si cominciava a lanciare un'idea di sport più simile a quella moderna. Tornando al nostro tempo e alla pallacanestro tricolore, Siena ha spazzato via quest'anno ogni resistenza le venisse opposta da qualsiasi squadra: stagione regolare con 29 vittorie e una sola sconfitta alla ventesima giornata (contro la Fortitudo Bologna, poi retrocessa), playoff letteralmente dominati (3-0 a Pesaro e 3-0 alla Virtus Bologna) e finale segnata da un clamoroso 4-0 contro la pur rediviva Olimpia Milano targata Armani Jeans. Solo nella terza partita dell'atto conclusivo Siena ha rischiato la sconfitta, vincendo con il minimo scarto dopo essere stata più spesso sotto. Nella quarta invece ha fatto subito capire di quale spietata essenza fosse fatta: dopo 20' il punteggio era, di fronte a 10.000 milanesi disperati nel Forum di casa, 50-20!
Per Siena è stato il quarto scudetto, terzo consecutivo, la cui gioia è stata completata nell'arco dell'annata dalla conquista anche della Coppa Italia. Infine la stagione senese recita: 39 vittorie, con 10-0 nei playoff, e, come detto una sola sconfitta; con le tre gare di Coppa Italia fa... 42 vittorie! Semplicemente mostruoso. Si discute ormai se si tratta della squadra più forte di tutti i tempi del nostro basket. Per esiti e superiorità, se non la più forte rimarrà in ogni caso un'équipe fra le più formidabili, letteralmente indimenticabile. Solo il Simmenthal Milano nel 1962-63 vinse il campionato senza mai perdere, giocando meno partite però (26).
Siena versus Milano, la profonda provincia contro la metropoli, uno dei leitmotiv della pallacanestro del Bel Paese, in cui ai 25 titoli globali dell'Olimpia Milano (team che ha nella sua bacheca ben 45 trofei, comprendendo 4 Coppe Italia, 8 coppe europee e la Intercontinentale) si contrappongono, per esempio, i 10 della Pallacanestro Varese, l'ultimo dei quali, quello della stella, nel 1999, i 5 della Ginnastica Triestina – e la città giuliana è stata una straordinaria e meravigliosa fucina di campioni –, i 5 di Treviso, i 3 della Pallacanestro Cantù, che anche in Europa ha saputo vincere con stupefacente ed esaltante continuità, i 2 di Pesaro e i 2 di Venezia, quello solitario e commovente di Caserta. Ci sono poi i 5 scudetti romani – 4 con la Ginnastica Roma negli anni Trenta e 1 con la Virtus del Vate Bianchini nel 1983 – e i 17 bolognesi, 15 dei quali di sponda Virtus e 2 di competenza della Fortitudo. Ma Bologna, se non è metropoli, non è in senso stretto neppure provincia. Completano lo schema dell'albo d'oro altri tre titoli meneghini: rispettivamente, l'anzidetta Sef Costanza, quindi l'Assi e l'Internazionale. Quest'ultima, si badi bene, una sezione dell'omonimo club calcistico trionfatrice nel remoto 1923.
Provincia contro metropoli... Davide contro Golia... solo che Davide ha una sponsorizzazione pesante, forte, competitiva, che, ben gestita, produce risultati. Tuttavia interessante è la riflessione su come l'equilibrio del secondo sport di squadra italiano si sia spostato, per quel che concerne il primato, verso la provincia – Siena non arriva a 55.000 abitanti, ma può vantare una qualità della vita altissima e indici economici assolutamente all'altezza –, mentre la città, la grande città, soffre, e il calcio è monopolistico e fagocitatore a oltranza (vedi Inter e Milan in quel di Milano, quantunque Siena sappia mantenere pure la sua squadra di calcio in serie A). Eppure questa dicotomia, provincia contro città, è, a ben vedere, estremamente dinamica, dialettica e feconda per le sorti del cestismo italico, sebbene la Nazionale sia in stato di leggera sofferenza (ma questo è un altro argomento).
Dunque, questa Siena come una delle squadre più forti di sempre? Henry Domercant, Terrell McIntyre, un gigante di 175 cm, Morris Finley, Benjamin Eze, Marco Carraretto,il centrafricano Romain Sato, il lituano Ksistof Lavrinovic, 210 cm di classe purissima che tratta la palla con la sapiente maestria di una guardia, Rimantas Kaukenas, Tomas Ress, Simone Centanni, Luca Lechtaler e l'incommensurabile Shaun Stonerook, capace, anche senza segnare, di mettere il suo implacabile sigillo su ogni partita grazie alla forza dell'intelligenza e alla difesa, alla versatilità e alla leadership... sono coloro che fecero l'impresa, capitanati da Simone Pianigiani, tre anni in panchina e tre anni di successi, autentico profeta in patria e allenatore ammirato nel continente intero. Il totemico Eze, nigeriano di nascita, e il riccioluto Stonerook, da Columbus (Ohio), sono cittadini italiani, e Shaun è stato addirittura convocato in Nazionale.
Siena è una multinazionale che in qualche modo ha sposato le radici della città del Palio, famosa per le sue contrade. Diversità e radicamento: che siano questi elementi il segreto della provincia cestistica vincente?
Alberto Figliolia