Diario di bordo
Matteo Mecacci. Frattini convochi ambasciatore Iran per stop a violenze 
E per inchiesta indipendente su elezioni. Il Governo abbandoni idea di vertice con Ahmadinejaad dopo fallimento vertici dei mesi scorsi
14 Giugno 2009
 

Le drammatiche notizie che arrivano dall’Iran con le accuse di brogli elettorali e della repressione violenta in corso delle manifestazioni, impongono all’Italia di ripensare profondamente la propria politica estera di accondiscendenza nei confronti di Teheran.

Il fallimento, avvenuto per ben due volte nei mesi scorsi, degli incontri preparati dal Ministro degli Esteri Frattini con il Presidente iraniano – i primi dopo moltissimi anni promossi da un Governo occidentale - avevano già dimostrato che la scelta dell’Italia di provare a fare da “apripista” dell’occidente nei rapporti con l’Iran, era stata prematura e quindi sbagliata.

Le violenze di oggi nei confronti di studenti e oppositori impongono un profondo ripensamento della politica italiana nei confronti di Teheran, e più in generale di tutte le dittature – come dimostrato dalla visita di Stato da “Repubblica delle Banane” che abbiamo appena organizzato con Gheddafi – perché, affinché la politica possa avere un ruolo utile e non solo gli affari, occorre sempre subordinare le aperture diplomatiche ad effettivi mutamenti e riforme da parte dei regimi autoritari.

 

Per queste ragioni è doveroso che l’Italia convochi immediatamente l’Ambasciatore iraniano a Roma per chiedere la fine immediata delle violenze immotivate, e che promuova all’interno dell’Unione Europea un’iniziativa in tutte le sedi internazionali per chiedere un’inchiesta indipendente sulle violenze in corso e sullo svolgimento delle elezioni.

 

Matteo Mecacci, deputato radicale

membro della Commissione Esteri delle Camera

 

 

Fonte: Radicali.it


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