Diario di bordo
Il rapporto dell'uomo con lo spazio vitale
Sostila in Val Fabiolo (foto D. Benetti©)
Sostila in Val Fabiolo (foto D. Benetti©) 
01 Aprile 2006
 

Il tema dell’architettura rurale e delle dimore storiche delle Orobie è stato al centro del secondo appuntamento con le Serate alla scoperta dei segreti del Parco delle Orobie Valtellinesi. Ieri sera, presso la Sala della Banca Popolare di Sondrio di Talamona, il viaggio alla scoperta dell’area protetta ha lasciato i temi più strettamente connessi alla tutela dell’ambiente naturale per andare alla scoperta del patrimonio artistico locale attraverso le tipologie, i materiali e i metodi costruttivi del versante orobico.

Relatore della serata è stato Dario Benetti, esperto in recupero e restauro edilizio e direttore della rivista culturale Quaderni valtellinesi, da oltre vent’anni impegnato nello studio delle dimore rurali, alle quali ha dedicato numerose pubblicazioni.

L’intervento di Benetti ha preso le mosse dal concetto di paesaggio, «che non significa solo ambiente naturale, ma è un sistema complesso di relazioni, che negli ultimi anni ha visto le attività agricole e le trasformazioni operate dall’uomo rivalutate come segni di cultura». Il versante orobico, meno soggetto alle stratificazioni che hanno interessato le località retiche, costituisce un thesaurus, uno scrigno di valori che si è mantenuto nel tempo e che ancora oggi documenta lo slancio insediativo medievale dell’epoca dei grandi dissodamenti. «Le dimore tradizionali in pietra sono ben lungi dall’essere architettura spontanea. Il sistema costruttivo in pietra – ha continuato Benetti – evidenzia il rapporto elementare dell’uomo con lo spazio vitale, è il muro dei magistri comacini, la scoperta di un nuovo modo di posare la muratura in continuità con l’arte muraria romana».

Attraverso una successione di immagini, Benetti ha illustrato il patrimonio artistico e architettonico delle Orobie, dagli insediamenti dispersi tardomedievali allo sviluppo delle tipiche comunità di valle, passando attraverso gli insediamenti a nucleo come Sostila, in Val Fabiolo, soffermandosi su edifici e particolari costruttivi, come portali gemini, mensole e segni incisi. La relazione si è conclusa illustrando i fattori che minacciano il mantenimento dei luoghi. «La mancanza di un adeguato censimento delle principali tipologie rurali e l’assenza di una dettagliata normativa per il recupero», ha spiegato Benetti, «comportano la progressiva trasformazione delle antiche dimore o la loro demolizione. Un po’ alla volta un nucleo storico diventa un agglomerato edilizio senza rapporto con il contesto, e questo significa perdere una fondamentale risorsa».

Negli ultimi anni si sono aperte possibilità di recupero e conservazione di tale importante patrimonio, grazie alla L.R. 12/05 che ha introdotto il Piano per il governo del territorio, strumento urbanistico al quale sono affidati compiti di salvaguardia e adeguamento paesistico, e a nuove forme di turismo, come l’Ecomuseo, che partono dalla valorizzazione dei sistemi paesistici e coinvolgono direttamente le comunità locali. «Anche l’applicazione della Legge 378/2003», ha concluso Benetti, «prevede la tutela e la valorizzazione dell’architettura locale».


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