Diario di bordo
Carla Caraccio. “Non c’č pace senza giustizia” in Iraq alla ricerca della democrazia
14 Maggio 2009
 

Non c’è Pace senza Giustizia è stata nel Kurdistan Iracheno per la conferenza internazionale dal titolo “Dal totalitarismo alla democrazia” che è iniziata giovedì 6 maggio e si è chiusa sabato 9 maggio. La conferenza si è aperta sotto i migliori auspici, ricevendo il saluto e il benvenuto del Presidente della Regione del Kurdistan Iracheno S.E. Massoud Barzani.

In questa importante assise si sono riuniti più di 200 esponenti politici, tra cui i principali gruppi politici, i rappresentanti della magistratura, gli opinion maker e la società civile provenienti da tutta la società irachena, i rappresentanti delle ambasciate, consolati e organizzazioni internazionali e rappresentanti dei governi italiano e greco, nonché alti esperti internazionali tra cui S.E. Sadiq Al Mahdim, ex Primo Ministro del Sudan.

I partecipanti erano provenienti da quattro diversi continenti, tutti con un’esperienza in prima linea per cercare di rendere possibile il passaggio dal totalitarismo alla democrazia.

 

La conferenza internazionale, che costituisce il frutto di un lungo programma di sostegno e ricerca sul tema della riconciliazione e dell’attribuzione delle responsabilità portato avanti da Non c’è Pace senza Giustizia sia in Iraq che all'estero, è stato un grande evento internazionale e rappresenta un passo importante sulla strada verso la democrazia in Iraq.

La conferenza ha fornito una sede di discussione di alto livello politico tra i maggiori attori politici fine di valutare gli attuali sforzi verso l’attribuzione delle responsabilità e la riconciliazione nazionale in Iraq, nonché rafforzare la loro conoscenza delle molteplici possibilità (tra cui quella economica, politica e sociale) che tale processo comporta.

L'obiettivo era quello di offrire ai principali protagonisti della scena politica irachena la prima opportunità di lavorare insieme nell’identificazione delle strategie e istituzioni nazionali e regionali più adatte ad accertare le responsabilità e assicurare giustizia alle innumerevoli vittime delle passate atrocità al fine di rafforzare il ruolo delle istituzioni democratiche nella fase di transizione verso una società stabile, governata dallo Stato di diritto.

 

Le tre giornate di lavoro si sono concluse con l'adozione di un documento finale a favore dello sviluppo di una strategia coordinata, a livello nazionale, e con il bisogno di ottenere un completo processo di responsabilità per la riconciliazione in Iraq per rispondere alle aspirazioni e le aspettative del popolo iracheno.

Il documento è il risultato di un lungo dialogo e della consultazione articolata di nove sessioni parallele attraverso le quali i partecipanti hanno discusso in dettaglio le diverse componenti specifiche di un processo di riconciliazione e della responsabilità. Tra le sue principali raccomandazioni, il documento chiede un impegno per la giustizia per le vittime di reati commessi dal vecchio regime e di conseguenza l'istituzione di una democrazia stabile e pacifica fondata sul principio di legalità; inoltre richiede che non vi può essere alcuna amnistia per i responsabili di crimini contro la popolazione civile.

Tali conclusioni serviranno come base fondamentale per ulteriori discussioni e vengono ad aggiungersi al duro lavoro che Non c’è Pace senza Giustizia e l’International Alliance for Justice fin dal 2006 svolgono per garantire iniziative concrete nel per l’attuazione efficace di un sano quadro costituzionale come base per l’Iraq di progressi verso un futuro più democratico.

 

Carla Caraccio

(da Notizie radicali, 14 maggio 2009)


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