Lucia Annunziata su La Stampa del 4 maggio scrive, riguardo al recente grave episodio accaduto in Afghanistan:
«In Iraq ugualmente la macchina non si fermò... Entrambe le volte però i militari hanno eseguito gli ordini... Credo di sì. In entrambi i casi siamo di fronte al ripresentarsi della estrema potenza prodotta dal mix di paura e potere che si scatena dentro i singoli uomini in guerra. Ho sempre creduto che da questa irrefrenabile potenza sia scaturito l'assassinio di Calipari - cioè che l'uccisione non sia stata un atto premeditato. Penso lo stesso ora dell'omicidio della piccola afghana».
La brava giornalista trascura tranquillamente una probabile differenza: i militari americani avrebbero dovuto ricevere l'ordine in anticipo di non sparare sulla macchina di Calipari. Qualcuno non fece arrivare quest'ordine.
Detto ciò, sarebbe più saggio per il bene di tutti, proprio di tutti, che i militari italiani non fossero messi nelle condizioni di uccidere bambine, ma neppure adulti, giacché nessuno sta minacciando il nostro territorio.
Attilio Doni