Diario di bordo
Attilio Doni. I morti vanno lasciati in pace
02 Aprile 2009
 

Io capisco; capisco che abbiamo bisogno di distrarci, e non pensare sempre ai tanti lavoratori che improvvisamente si sono trovati nella disperazione per aver perso il posto di lavoro, né sempre ai poveri cristi che nella speranza di una vita diversa, la vita la perdono in mare; e neppure alle morti nere nere chiamate bianche. Capisco che ogni tanto conviene guardare in televisione anche trasmissioni serene, magari di canzoni, come “X Factor” su Rai 2, che l'altra sera ho visto con piacere. Poi ho cambiato canale, sono andato su Rai 1, solo per pochi minuti. C'era una specie di palcoscenico, con il primo attore che parlava di sangue, del sangue di una povera ragazza uccisa con feroce violenza, e in primo piano un computer ed una bicicletta.

Ognuno si distrae a suo modo, ho pensato. E poi ho pensato ancora: ma i giudici che si occupano del caso, saranno contenti che qualcuno faccia una sorta di processo in televisione? E ancora: la sventurata ragazza morta, sarà contenta che a parlare del suo sangue, delle macchie del suo sangue sparso, non siano solo le persone costrette dal proprio lavoro (carabinieri, giudici, periti, cronisti, ecc.), ma anche un conduttore che fa spettacolo? Sarà contenta la sventurata ragazza morta che si parli e si straparli in televisione della sua tragica morte e tante volte si faccia il suo nome?

Da piccolo mi avevano insegnato una preghiera in latino: “Requiem aeternam dona eis Domine et lux perpetua luceat eis, requiescant in pace. Amen”. La conoscerà Bruno Vespa?

 

Attilio Doni

Genova


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