«Hanno presi i rumeni sbagliati». Cosi titolava qualche settimana fa un quotidiano nazionale. Questo Stato viaggia a due marce: una per i cittadini italiani l'altra per gli stranieri. L'italiano Franceschini, accusato di stupro la notte di Capodanno a Roma è stato scarcerato. I rumeni Racz e Loyos non accusati dello stupro del parco della Caffarella (Roma) restano in carcere per calunnia e per l'accusa di un altro stupro, che è da dimostrare. Se non ci fosse stata la prova del Dna e se in Italia esistesse la pena di morte probabilmente i due rumeni sarebbero stati condannati.
Come si può avere fiducia nello Stato, nelle sue leggi e nell'applicazione delle stesse quando appare tale diversità di comportamento in relazione alla nazionalità? In quale mani è messa uno dei beni più preziosi quale la libertà personale?
Primo Mastrantoni, segretario Aduc