Il processo di bolivarizzazione del popolo venezuelano può continuare senza sosta e anche la martirizzazione del popolo cubano non subirà battute d’arresto. Meo Porcello, gira, picchia e mena ce l’ha fatta. Adesso il suo potere non conosce ostacoli. Rosso in volto come un avvinazzato - pure se beve birra cubana, Mayabe di quella forte, lattina scura da vero uomo - non si capiva bene la differenza tra lui e la camicia, s’è messo a ringraziare tutti per la fantastica affluenza alle urne, per il sogno bolivariano d’un Venezuela socialista, ché come mai socialismo sarà diventato sinonimo di dittatura proprio non lo so, mi sa che non c’ho ancora capito una mazza in tutta questa storia.
Fuochi d’artificio, allora, come se piovesse! Petardi e musica. Canti di celebrazione. Sfilate di popolo in massa e camicie rosse.
Il Sì ha trionfato. E nemmeno di poco.
Fidel ringalluzzisce all’improvviso e verga quattro righe, rapida continuazione della riflessione comparsa su Juventud Rebelde. Il vecchio era proprio sicuro che il figlioccio ce l’avrebbe fatta, s’era pure sbilanciato in previsioni. Adesso può morire tranquillo, ché ci lascia in buone mani. Abbiamo il nuovo Líder Maximo degli anni Duemila, altro che Anno Zero. Si ricomincia da capo con la rivoluzione infinita. Simon Bolivár più José Martí e son cazzi nostri, marcette e fanfara, alzabandiera, inni nazionali, eterna amicizia e via col tango. In tutta questa storia mica lo capisco chi gliel’ha fatto fare ai venezuelani, ché noi referendum su chi comanda ne abbiamo mai avuti e ne facessero finirebbero male, credo. Tanto anche per loro sarà l’ultimo, guarda.
E allora avanti popolo di medici e di insegnanti! Tutti in Venezuela. Petrolio in cambio medicina. Petrolio in cambio di istruzione.
Per i nostri letterati basta dimenticare qualche nome. Non è difficile. Quando sarete in Venezuela mollate Cabrera Infante. Lasciate stare Heberto Padilla. Oscurate quel frocio di Arenas. Mettete da parte tanti contemporanei. Guai a visitare internet e tutti quei blog ribelli finanziati dalla Cia. Non dite agli eroici bolivaristi che esiste Yoani Sánchez. Carneade, chi era costei?Dimenticare è più facile che apprendere.
E stasera tutti davanti alla televisione. Non perdetevi la Tavola Retonta, che mica l’ho capito se ci sono o ci fanno, ma per me ci fanno. Prima tutti davanti alla tavola vuota con piatti che piangono dopo i cicloni che hanno spazzato via persino l’ombra dei venditori abusivi. E allora mangiamo le fanfaronate di Meo Porcello, mentre il vecchio approva e pensa che la rivoluzione cubana ha un erede. Non ci lascerà ancora per molto nelle mani di Speedy Gonzales. Almeno un pericolo è scongiurato. Per tutto il resto ci stiamo organizzando.
Alejandro Torreguitart Ruiz
L’Avana, 16 febbraio 2009
www.infol.it/lupi/alejandro.htm
Traduzione di Gordiano Lupi