A completamento del nostro lavoro modulare “Romanzo storico e pittura di storia”, riportiamo la visita alla Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti, dove si è concluso il nostro percorso sulla pittura di storia. (A.L.)
La Galleria d’Arte Moderna di palazzo Pitti è un insieme di locali adibiti alla raccolta e all’esposizione di opere d’arte. Fu chiamata così nel 1814 perché le opere che vi erano esposte erano contemporanee a quel periodo.
La Galleria d’Arte Moderna rappresenta un percorso storico, che va dal 1789 al 1945, infatti Palazzo Pitti è stato sempre al centro della vita sociale e politica della storia fiorentina e, in alcuni casi, anche italiana. Il Palazzo fu residenza delle figlie del Granduca di Lorena fino al 1840 e, dal 1849 al 1870, negli anni in cui Firenze fu capitale, ospitò la famiglia reale dei Savoia. Fino al 1923 la Galleria era formata da 30 stanze, poi ne furono aggiunte altre 13.
Queste sale sono una sorta di grande libro sulla storia dell’arte, che parte dal 1700 e arriva fino al 1900. Nella prima sala della Galleria è esposto il dipinto Il giuramento dei Sassoni a Napoleone e altre opere in onore di Napoleone che testimoniano la presenza dei francesi a Firenze. La Galleria è una celebrazione dei pittori fiorentini dell’Ottocento: i Macchiaioli.
In occasione di questa visita abbiamo avuto modo di ammirare dal vivo numerosi quadri che prima avevamo visto soltanto nei libri di storia dell’arte o con diapositive, appartenenti a varie correnti artistiche, ognuna caratterizzata da elementi e strutture tipiche. Ci ha stupito molto la dimensione di alcuni quadri che, come Il giuramento dei Sassoni a Napoleone, La battaglia di Legnano, L’entrata di Carlo VIII a Firenze e La cacciata del Duca d’Atene, ricoprono intere pareti ma come ci ha spiegato il prof. Carlo Sisi, direttore della Galleria, che ci ha guidato nella visita, in riferimento agli ultimi due quadri, la loro grandezza era proporzionata all’importanza del romanzo storico.
L’opera più bella, secondo noi è Il Cristo morente. Questo quadro ci ha colpito, perché se noi lo guardiamo con attenzione, possiamo vedere che i colori dominanti sono: il verde, il rosso e il bianco, i colori della nostra bandiera che esprimevano allora il patriottismo italiano.
La Galleria è divisa in stanze ognuna contenente opere appartenenti a una stessa corrente o aventi un tema comune: ad esempio nell’ultima stanza che abbiamo visitato ci sono quadri che riprendono episodi risorgimentali come La battaglia di Magenta di G. Fattori. Questo dipinto fece molto scalpore, perché raffigurava i momenti successivi la battaglia, in cui tutti i soldati feriti facevano ritorno a casa; proprio il tema dei soldati feriti ci ha fatto capire che il vero sconfitto è sempre il popolo.
La visita alla Galleria d’Arte Moderna è stato dunque l’atto conclusivo di un percorso storico-figurativo da noi analizzato. In questa occasione abbiamo cercato di interagire con il mondo reale e nobile delle famiglie fiorentine, rispondendo a domande e analizzando quadri e percorsi storici che la Galleria offre.
Quale valore aveva la pittura di storia nell’Ottocento?
Che cos’è una collezione di opere d’arte?
Come si viveva al tempo del Granduca?
Le risposte a questi e ad altri quesiti sono state fornite in modo semplice e costruttivo dalla stessa galleria, la struttura infatti è lussuosa, curata in tutti i particolari: disposizione ordinata dei quadri, lampadari sfarzosi e soffitti decorati.
Per quanto riguarda l’aspetto storico, tralasciando quindi quello materiale, la galleria ha fornito varie sinergie tra scultura, pittura, storia e letteratura attraverso le opere esposte come il tema Popolo-Patria nel Cristo morente.
La visita alla Galleria è stata, oltre che un ampliamento delle nostre conoscenze figurative, un riepilogo di tecniche e periodi storici: pittura a olio, commesso fiorentino, intarsio, affresco e arti figurative.
Questa esperienza è stata molto utile e particolarmente istruttiva, perché abbiamo potuto confrontare e migliorare le nostre conoscenze grazie al prof Sisi, che si è prestato a rispondere a molte nostre curiosità.
Gli studenti
Presentazione della Galleria d’Arte Moderna
La Galleria d'Arte Moderna ha sede al secondo piano di Palazzo Pitti e si apre con una splendida vista sul giardino di Boboli.
Istituita nel 1914 in seguito a una convenzione tra lo Stato italiano e il Comune di Firenze, la Galleria fu inaugurata nel 1924.
La vasta collezione della Galleria, offre un panorama italiano completo del periodo artistico dalla fine del Settecento (epoca neoclassica) ai primi decenni del Novecento, basata sulla pittura nostrana ma con qualche importante scultura coeva e con significativi esempi di artisti stranieri. È ospitata, in ordine cronologico, nell'ala nord del Palazzo al secondo piano in più di trenta stanze, una delle ultime aree del palazzo ad essere convertite in museo, dove fino agli anni '30 del Novecento hanno saltuariamente vissuto i rappresentanti di Casa Savoia in visita alla città e dove era ospitata la Biblioteca Palatina, confluita nella Biblioteca Magliabechiana, nonché una parte nel mezzanino detto degli occhi, dal tema della decorazione.
Nel corso degli anni le collezioni e gli arredi sono stati incrementati da numerose donazioni da parte dell'Accademia di Belle Arti e da privati, come il pittore Alberto Magnelli, Leone Ambron e Elisabeth Chaplin.
Il percorso espositivo inizia dal neoclassicismo, con opere di Napoleone di Pietro Benvenuti come Il giuramento dei Sassoni, di Giuseppe Bezzuoli come la grandiosa tela de L'entrata di Calo VIII, e di Francesco Hayez (Sansone 1842 sala 2; I due Foscari 1851-52 sala 5). Le sculture più importanti nelle prime sale sono la Calliope di Antonio Canova, la Psiche di Pietro Tenerami e il famoso Abele di Giovanni Duprè.
Numerosi sono i dipinti di soggetto storico, contemporaneo e più antico, che documentano bene questo aspetto della cultura artistica del Risorgimento: fra le tele più importanti La cacciata del Duca d'Atene di Stefano Ussi.
Fra le opere più conosciute vi sono quelle appartenenti alla scuola dei macchiaioli, l'anticipazione italiana dell'Impressionismo, in larga parte provenienti dalle raccolte di Diego Martelli, che fu un critico d'arte e amico dei principali esponenti di questa corrente. I macchiaioli, con le loro ricerche innovative sulla luce e sulla stesura del colore "a macchie", svilupparono il loro linguaggio artistico accanto alle avanguardie francesi. Fra i capiscuola, Giovanni Fattori, presente con una cospicua collezione di opere, sia a carattere storico, sia con i celebri paesaggi maremmani, fra le quali l'Autoritratto (1854 sala 13), Il campo italiano dopo la battaglia di Magenta (1862 sala 18), La cugina Argia (1861 sala 23), Lo staffato (1880 sala 24), La rotonda palmieri e il Ritratto della figliastra (1889 sala 24).
La Galleria inoltre, conserva un'importantissima collezione di Macchiaioli toscani: Silvestro Lega (Il canto dello stornello), Giovanni Fattori (Il campo italiano dopo la battaglia di Magenta, Lo staffato, La rotonda di Palmieri, La battaglia di Custoza, Mercato in Maremma), Raffaello Sernesi (Colli fiorentini) e dipinti del XX secolo come quelli di Gino Severini, Ardengo Soffici, Giorgio de Chirico, Felice Casorati, Ottone Rosai. Per la pittura romantica, sono presenti fra gli altri Francesco Hayez e Francesco Sabatelli.
Altri importanti pittori italiani presenti sono Giovanni Boldini, Federico Zandomeneghi (Ritratto di Diego Martelli 1879 sala 16), Antonio Donghi, Giorgio Morandi, Filippo De Pisis e i Futuristi come Giacomo Balla e Filippo Marinetti. Sono presenti anche opere di scultura, tra le più interessanti di Adriano Cecioni, e incisioni.
Le 30 sale della Galleria seguono un ordine cronologico. Fra le moltissime pitture e sculture di grande interesse che vi sono raccolte citiamo le seguenti:
Nelle sale 1-12 sono esposti quadri del tardo Settecento. Fra di essi, opere di Pompeo Batoni, il Ritratto di Pietro Leopoldo con la famiglia di Wilhelm Berczy e sculture di Antonio Canova (fra cui il Busto di Napoleone nella Sala 2);
Nella sala 13 è visibile un autoritratto del pittore macchiaiolo Giovanni Fattori (1825-1908);
La sala 14 è dedicata alla "Scuola di Staggia", il gruppo di paesaggisti toscani costituitosi nel 1854 intorno al livornese Serafino de' Tivoli;
Nelle sale 16-18 sono visibili le opere più importanti dei Macchiaioli: fra di esse La battaglia di Magenta e La rotonda Palmieri di Giovanni Fattori e i Paesaggi di Silvestro Lega (1826-1895);
Altre tele dei Macchiaioli sono esposte nelle sale 21-27, insieme a opere che celebrano episodi del Risorgimento.
Nelle sale 28-29 si trovano Dipinti italiani ed europei dell'ultimo XIX secolo, e nella Sala 30 sono esposte opere postimpressioniste, fra cui alcuni Dipinti di Elisabeth Chaplin (1890-1982).
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