Dev'essere così, dev'essere andato in un posto in cui le lattine lasciate per strada sono sempre mezze piene, e si trovano sui marciapiedi pacchetti di biscotti e sigarette ancora interi. Un posto in cui i bambini non hanno paura di lui. Un posto in cui si dorme all'aperto solo nelle notti d'estate più chiare e calde e piene di stelle, ma quando c'è freddo o piove ci sono porte che si aprono e qualcuno che sorride. Un posto in cui i poliziotti non lo cacciano, un posto in cui nessuno lo cosparge di benzina mentre dorme.
Peccato che abbia dovuto andare a cercarlo lontano, il posto in cui stare, così lontano che non potrà mai raccontarci cosa significa vivere da essere umano in mezzo ad altri esseri umani.
Peccato, perché è da un bel po' che noi ce ne siamo dimenticati. Per questo oggi ingoiamo la schedatura delle persone senza fissa dimora, la legalizzazione delle “ronde padane”, i medici che denunciano i loro pazienti e la tassa per il permesso di soggiorno senza battere ciglio. Convinti che gli “uomini neri” non busseranno mai alla nostra porta.
Poi senti il colpo, ed è già il nazismo, è già troppo tardi.
Maria G. Di Rienzo
(da Notizie minime della nonviolenza in cammino, 6 febbraio 2009)