Questa è la storia minima di uno scambio amicale per posta elettronica che poi diventa poesia - grazie a Tellusfolio – perché il dolore per i bambini bombardati ha suggerito che rimanesse traccia più scolpita: nella commozione: di una poetessa cattolica.
È successo così... ricevo una lettera di Tiziana Soressi. Questa.
Caro Claudio,
un rapidissimo saluto. È una sera dove il rosso non è il tramonto e il nero è molto nero: è la sera dei bambini, dei bambini di Gaza o di qualsiasi altra parte della terra dove la loro vita è profanata.
Tutte le guerre, infatti, hanno un unico riconosciuto fatale nemico. Il primo da snidare dal cuore di una casa, il primo da stanare dal tepore di un abbraccio: i bambini.
I bambini sono tutti bianchi. Il rosso che li sfregia non ha redenzione.
La leggo turbato. Ravviso che con qualche a capo la prosa può diventare poesia. Suggerisco di farlo all’amica che mi ha scritto. Accetta di provare.
Sera di Gaza
È una sera dove il rosso non è il tramonto
e il nero è molto nero: è la sera dei bambini,
dei bambini di Gaza o di qualsiasi altra parte
della terra dove la loro vita è profanata.
Tutte le guerre hanno un unico riconosciuto
fatale nemico. Il primo da snidare dal cuore
di una casa, il primo da stanare dal tepore
di un abbraccio: i bambini.
I bambini sono tutti bianchi.
Il rosso che li sfregia
non ha redenzione.
(11 gennaio 2008)
La poesia ha un post sciptum:
Caro Claudio, se ti fa piacere, puoi pubblicarla. Peccato, però, avere solo parole, non offrire ai bambini straziati altra corazza che pensieri che ogni tanto vanno a capo. Ci potranno perdonare questa inadeguatezza?
Ancora di passaggio in questa sera molto nera.
Tiziana