Telluserra
Paolo Brondi: Tempo narrativo e poesia. Con stupore.
...e genera... stupore
...e genera... stupore 
07 Gennaio 2009
 

Il tempo narrativo non è l’edax rerum o l’invida aetas, ma è coniugazione di logos e mythos.

Logos per rappresentare le scene, le atmosfere, scelte e care ad uno scrittore ed ai suoi personaggi.

Mythos per illuminarle, per dar loro vita e senso attraverso la forza della fantasia, della immaginazione, della sensibilità.

 

Il logos illuminato dal mythos permette di interpretare i segni muti, sedimentati negli oggetti, nascosti nelle pieghe del tempo passato, celati nelle nostre piccole o grandi rughe, dando loro voce e storia e affettività.

  

E se il tempo narrativo è il soggetto della narrazione, non c’è soggetto che non abbia la sua predicazione affettiva: la predicazione è la poesia…

La narrazione è un afferrare-insieme, un com-prendere(tempo e spazio). La poesia è sospensione del tempo, è atemporalità, è lentezza: la lentezza che permette di cogliere la realtà in frammenti che sono la sostanza in cui il sentimento si fissa, àncora della fantasia nella verità, o, quando si tratta di tempo trascorso, garanzia che il passato è esistito.

  

Nella lentezza, prevale la curvatura del sentimento, mentre nella narrazione domina l’orizzontalità sintattica e lessicale: la linea è voce, è dialogo… la curva è voce che si affievolisce e si fa silenzio …e genera ...stupore...

 

 

 

Stupore

Quel tuo silenzio…

Bagnato da goccia che cade…

Dall’onda brumosa…

Di un mare nascosto…

Fuga l’ombra del tempo che va…

E stupore ridona

Ad un tremulo amore…

 

Paolo Brondi


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