Oblň cubano
Yoani Sánchez. Missioni
05 Gennaio 2009
 

Dal blog Generación Y

5 gennaio 2008

 

 

Misiones

La octava gotera que apareció en el comedor te llevó a aceptar una misión como médico a Venezuela. Sabías que con el salario de cada mes nunca hubieras podido tirar la placa y reparar las desgastadas columnas. Así que la reventa de algunos electrodomésticos comprados allá te ayudaría a completar el costo del cemento y las cabillas. En La Habana, una cuenta bancaria iría aumentando con los cincuenta pesos convertibles recibidos mensualmente por tu estancia en Caracas. Tu mujer te encargó una laptop y el niño más chiquito quería un Play Station.

Los primeros meses dormías mal con los sonidos de disparos que llegaban hasta la pequeña habitación compartida con otros cinco colegas. Para espantar la nostalgia, pensabas en las caras de tus parientes cuando les enseñaras toda la ropa linda que habías conseguido en una rebaja. Mientras, el pequeño patrimonio bancario crecía en Cuba, bajo la condición que sólo podrías disfrutarlo al final de tu misión.

Alguien del grupo te confesó una noche que iba a cruzar la frontera y largarse a Miami. Lo oíste con el temblor del que puede mandar lejos la gotera, el nuevo techo y el portátil pedido, para usar tus ahorros en comenzar una vida nueva. Inmediatamente te acordaste de ese enfermero que escapó y nunca ha podido sacar a su familia de la Isla. Los desertores son castigados con la separación, marcados por la imposibilidad de reunificarse con los suyos.

Así que pasaste tus dos años curando gente y salvando vidas, padeciendo el alejamiento, el susto y la promiscuidad habitacional. Como un alivio te llegó la noticia de que tu esposa ya había empezado a comprar los sacos de cemento para fundir el techo. Cuando estaba cerca el momento del regreso, alguien anunció que el compromiso de quedarse seis meses más había llegado en una hoja para ser firmado. “No hay problema - pensaste - con lo que gane en ese tiempo, quizás me alcance para reparar las paredes de la casa”.

Yoani Sánchez

 

 

Missioni

L’ottava infiltrazione comparsa in sala da pranzo ti convinse ad accettare una missione come medico in Venezuela. Sapevi bene che con il salario mensile non avresti mai potuto rifare l’intonaco e riparare le logore colonne. Rivendere alcuni elettrodomestici comprati là ti avrebbe aiutato a pagare il cemento e il resto della attrezzature. All’Avana, un conto corrente bancario sarebbe cresciuto per merito dei cinquanta pesos convertibili ricevuti mensilmente per il tuo soggiorno a Caracas. Tua moglie ti ha ordinato un computer portatile e il bambino più piccolo voleva un Play Station.

I primi mesi dormivi male con i rumori degli spari che arrivavano fino alla piccola abitazione divisa con altri cinque colleghi. Per scacciare la nostalgia, pensavi alle espressioni dei tuoi parenti quando avresti mostrato tutti i bei vestiti comprati durante i saldi. Nel frattempo, il piccolo patrimonio bancario sarebbe cresciuto a Cuba, con la condizione che avresti potuto sfruttarlo solo alla fine della tua missione.

Qualche componente del gruppo ti confessò una notte che avrebbe passato la frontiera per raggiungere Miami. Lo ascoltasti con l’emozione di chi può mandare al diavolo l’infiltrazione, il nuovo tetto e il computer portatile richiesto, per investire i tuoi risparmi e cominciare una vita nuova. Immediatamente ti ricordasti di quell’infermiere che fuggì e non ha mai potuto portare via la sua famiglia dall’Isola. I disertori vengono puniti con la separazione, segnati dalla impossibilità di ricongiungersi ai loro familiari.

Così trascorresti i tuoi due anni curando persone e salvando vite, soffrendo per la lontananza, la preoccupazione e la promiscuità abitativa. Come un sollievo ti giunse la notizia che tua moglie aveva cominciato a comprare i sacchi di cemento per sistemare il tetto. Quando si approssimava il momento del ritorno, qualcuno annunciò che l’impegno di trattenersi per altri sei mesi era vicino a essere firmato. “Non ci sono problemi” pensasti, “con quello che guadagnerò in questo periodo, forse riuscirò a riparare le pareti di casa”.

Traduzione di Gordiano Lupi


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