Diario di bordo
Sergio Ravelli. PD: fai qualcosa di democratico!
Gianfranco Pasquino
Gianfranco Pasquino 
30 Novembre 2008
 

«Mi sono candidato l’11 novembre. Dovevo raccogliere 386 firme entro la sera del 17. Ho chiesto l’elenco degli iscritti, mi hanno detto che non era disponibile: avrei potuto copiarli a mano, oppure dare 12.500 euro per spedire altrettanto lettere. Allora ho chiesto che inviassero le mail ai 4.500 iscritti con posta elettronica, ma hanno detto che c’erano problemi al server. L’alternativa alle firme era il sostegno di almeno 46 componenti dell’Assemblea cittadina. La sera del 14 vado all’Assemblea, chiedo il sostegno, ma mi trattano con sufficienza, dicendomi di cercare altrove».

È il professor Gianfranco Pasquino (prestigioso docente alle Università di Firenze, Harvard, Los Angeles, ora a Bologna) che parla, dopo la sua esclusione dalle Primarie PD per il sindaco di Bologna.

 

Sono impressionanti le somiglianze con la candidatura alle Primarie PD per il sindaco di Cremona di Ermanno de Rosa, segretario dell’Associazione radicale Piero Welby.

Stessi ostacoli per de Rosa, come per Pasquino: elenchi degli iscritti non disponibili, email non potute recapitare, nessun sostegno da parte degli esponenti dell’Assemblea cittadina, che decidono in massa di non firmare! Unica differenza i partiti di provenienza. «Io vengo dal PCI e dal PDS. Non mi sono iscritto al PD. Mi pareva un partito confuso, pasticciato, frettoloso», ha dichiarato a il Giornale Gianfranco Pasquino. «Sono un iscritto radicale, un compagno dei nove parlamentari impegnati nel PD nel difficile compito di dare vita ad una opposizione democratica in una situazione politica che tende sempre più all’antidemocrazia», ha scritto Ermanno de Rosa nel suo appello ai componenti dell’Assemblea cittadina del PD.

 

Conclude amaramente il professor Pasquino: «Volevo portare aria nuova ma mi hanno fatto fuori. Questo partito è nato male, cresce peggio, non è affatto aperto e non ha nessuna voglia di rinnovarsi. È anche disorganizzato. È organizzato per garantire i posti di potere sempre agli stessi».

 

È molto difficile dare torto all’illustre professore. Anche alla luce di quello che sta succedendo in questi giorni all’interno del PD: l’espulsione dal partito del neo presidente della Commissione Vigilanza Rai Riccardo Villari e la defenestrazione dalla stessa Commissione di Nicola Latorre.

Verrebbe voglia di lanciare al PD un accorato appello: fai qualcosa di democratico!

 

Sergio Ravelli

(da Notizie radicali, 28 novembre 2008)


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